[14/01/2008] Comunicati

Industrie: i più cattivi e i più buoni del Public Eye Global Award

LIVORNO. Il 23 gennaio la Dichiarazione di Berna e Pro Natura consegneranno a Davos i “Public Eye Glogall Award” che vanno alle aziende con le peggiori (ma anche migliori) performance ambientali e sociali nel mondo e in Svizzera. L’approccio del premio risente forse un po’ troppo del punto di vista “germanico-svizzero”, ma i “Public Eye Global Award” sono diventati - dopo 8 edizioni - un appuntamento fisso sulle cattive pratiche, anche perché strategicamente assegnati nello stesso periodo in cui si svolge, proprio a Davos, il Forum economico mondiale.

Le candidature sono già note e a contendersi il “Public Eye Global Award” per i più cattivi sono un gigante dell’energia nucleare come il Gruppo francese Areva per l’estrazione di uranio in Niger «i minatori – spiega la motivazione - non vengono sufficientemente informati sui rischi per la salute; materiale altamente radioattivo viene stoccato a cielo aperto. I dipendenti malati sono ospitati nell´ospedale dell´azienda dove vengono fatte volutamente delle false diagnosi»; altra nomination per la multinazionale tedesca Bayer CropScience, il più grande fabbricante mondiale di pesticidi che «usa strategie di comunicazione fuorvianti per mascherare attività poco etiche. Esempio: sviluppo di sementi e pesticidi per la Jatropha, pianta usata per produrre un controverso “carburante ecologico”. Bayer strumentalizza l’Onu per fare un marcato lavoro di lobby»; candidata al poco ambito riconoscimento anche la Dole Philippines per le «condizioni di lavoro miserabili per i lavoratori nelle piantagioni; attitudine molto ostile verso i sindacati; pericoli per la salute per personale e bambini; inquinamento ambientale».

Le tre proposte per il “Public Eye Positive Award” sono per la tedesca Care Naturkost GmbH & Co per il «Forte impegno a favore di importazioni ed esportazioni di materie prime prodotte in modo biologico (ad esempio: olio di palma); la Hess Natur – Textilien GmbH, un’altra azienda della Germania, perché «ai produttori nel Burkina Faso garantisce l’acquisto di cotone prodotto biologicamente. Vendita di prodotti di cotone, provenienti al 98% da piantagioni biologiche. Applicazione di buoni standard sociali»; tra i buonissimi anche la svizzera Soglio Produkte perché produce «articoli cosmetici naturali prodotti con materie prime delle Alpi svizzere. Creazione di valore aggiunto nell´arco alpino. Collaborazione con contadini biologici».

Ma le due associazioni svizzere non si dimenticano dei cattivi e sporcaccioni di casa propria (che di solito esportano le loro cattive pratiche ambientali e sociali) e propongono per i “Public Eye Swiss Award”: Unione Petrolifera Svizzera per la «pubblicità con slogan fuorvianti, per le quali è stata perfino condannata. Pratica del cosiddetto „Greenwashing“ (per „ripulire“ la propria immagine)»; la Glencore International per la «estrazione di carbone senza scrupoli con condizioni di lavoro disastrose; attitudine ostile verso ogni forma sindacale; danneggiamento della salute e inquinamento dell’ambiente»; mentre la Holcim Ltd è indicata perché «le debolezze del sistema legale indiano vengono sistematicamente sfruttate: Holcim non rispetta i minimi salariali del settore e le pratiche di risarcimento nell’acquisto di terreni. Esistono sospetti di accordi “cartello“».


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