[14/01/2008] Trasporti

Il Wwf: Malpensa non ha bisogno della terza pista ma di salvare il Ticino

LIVORNO. La crisi dell’Alitalia ha anche inaspettati risvolti ambientali, almeno così la pensa il Wwf in vista del tavolo per Milano convocato domani dal governo per discutere il destino dell’aeroporto di Malpensa. Secondo Michele Candotti, segretario del Wwf, «nella discussione in corso sul destino di Malpensa un punto critico è l´erroneo presupposto che l´aumento del traffico aereo implichi automaticamente l´espansione dell´aeroporto di Malpensa e della complessa rete di infrastrutture collegate. Perché non ottimizzare invece l´impiego delle infrastrutture esistenti, definendone la vocazione principale e la complementarietà rispetto ad altri snodi europei e italiani? Servono scelte chiare, lungimiranti e culturalmente evolute. Ma soprattutto è necessario smettere di discutere e pianificare prescindendo dall´impatto ambientale e sociale di certe scelte».

La questione è quella di una nuova terza pista che secondo gli ambientalisti del Panda «non tiene conto di tre elementi fondamentali: la necessità e possibilità di rendere più efficiente l´attuale sistema Malpensa, la necessità di considerare il danno ambientale, già oggi molto elevato, sul sistema ecologico del fiume Ticino, la sostenibilità sociale rispetto alla qualità della vita e alla salute dei cittadini. All´interno del sistema aeroportuale di Malpensa non c´è nulla che impedisca ad altri vettori di riempire il posto lasciato da Alitalia, poiché c´è ampia disponibilità di spazi per volare. L´aeroporto non è saturo».

Il Wwf pare appoggiare il piano che vorrebbe trasformare Malpensa in un aeroporto "point to point" «evitando di creare un hub, già presente a Fiumicino per l´Italia e pensare quindi ad un piano aeroportuale studiato su scala internazionale e non regionale. Infatti in Europa neppure stati quali la Francia e la Gran Bretagna dispongono di due hub all´interno del loro territorio. Non si comprende come questo possa essere giustificato in Italia». Ma quel che sta a cuore al Panda è soprattutto quello di evitare «il danno ambientale che l´ampliamento di Malpensa comporterebbe sull´ecosistema del fiume Ticino, una riserva unica e cruciale di ossigeno e di natura in una zona ormai fortemente antropizzata, un naturale corridoio ecologico che collega le Alpi con il Po, che, non a caso ha avuto il riconoscimento Mab, assegnato dall´Unesco nel 2002, proprio per garantire all´area uno sviluppo economico e umano nel rispetto della natura, sfida raccolta finora con esito incerto dai parchi regionali lombardo e piemontese».

E Candotti conclude che «l´ambiente, la nostra salute, il nostro benessere fisico e mentale non possono, ancora una volta, essere vittime sacrificali di scelte sbagliate, poco trasparenti o poco lungimiranti. E questi aspetti possono essere facilmente conciliabili con le esigenze di uno sviluppo economico».

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