[15/01/2008] Energia

Iter e il nucleare buono e cattivo nel Golfo Persico

LIVORNO. Dopo il recente sì della Cina ad investire fior di miliardi di dollari nel progetto Iter per il nucleare di fusione di ultimissima generazione, a raffreddare gli entusiasmi francesi ed europei arriva il no del Congresso Usa che, ufficialmente per motivi di crisi economica interna, nel 2008 non darà nemmeno un dollaro dei 10 miliardi promessi. In realtà a leggere bene commenti e reazioni, gli americani preferiscono puntare sul nucleare che già c´è, non sono molto convinti da tutta questa sperimentazione che forse darà risultati tra trent´anni, quando magari le risorse di uranio saranno vicine all´esaurimento, visto che le stime attuali sulle riserve mondiali non sembrano tener conto della nuova corsa al nucleare lanciata da Stati ed aziende statali, visto che i privati semmai "partecipano", ma non corrono il rischio di accollarsi gli spaventosi costi del nucleare civile.

Mentre riesplode la discussione sull´impatto reale dell´energia atomica anche in termini di emissioni di CO2 equivalenti (ad esempio: quanto costa in emissioni mettere in piedi una centrale di grandi dimensioni?), gli americani sono anche non poco preoccupati per il nuovo protagonismo di alcuni "piazzisti" nucleari concorrenti di grande rilievo: i russi che offrono centrali nucleari galleggianti in America Latina ed Africa e tecnologia nucleare all´odiato Iran, i francesi che mandano Sarkozy a ripercorrere in Medio Oriente le orme di Bush per "vendere" due centrali nucleari all´Arabia Saudita ed agli Emirati Arabi Uniti.

La situazione è paradossale: mentre l´occidente guarda estasiato il nuovo marito di Carla Bruni vendere armi sofisticatissime e tecnologie nucleari a Paesi non certo tranquilli come Algeria e Libia (ex asse del male) o a monarchie assolute islamiche dove gli scarsi diritti delle donne e il regime teocratico iraniano sembrano fantascienza democratica, dall´altra parte del golfo persico il direttore generale dell´Agenzia internazionale per l´energia atomica Mohamed el-Baradei, fa la spola fra Tehran e Vienna per fare le pulci al programma nucleare dell´Iran e gli Usa gridano alla minaccia per il mondo e inscenano un allarme esagerato per un incidente tra barchini (di fabbricazione italiana…) e corazzate armate di missili.

Secondo il leader religioso della Repubblica islamica, l´ayatollah Khamenei «l´Occidente sbaglia nell´accusare la Repubblica Islamica di avere scopi militari» e ha ricordato a el-Baradei che «non rimangono più giustificazioni al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per concentrarsi sul programma nucleare iraniano. l´Aiea dovrebbe essere l´unica a gestire le questioni nucleari di Tehran».

La posizione, oltre che da Russia e Cina, pare condivisa anche dall´Aiea, ma deve fare i conti con il veto della maggiore potenza nucleare civile e militare del mondo che ha deciso che gli iraniani non possono avere ciò che viene venduto pronto cassa ai loro vicini. Quindi Tehran non accetterà le richieste di sospendere l´arricchimento d´uranio, l´embargo americano probabilmente si farà più stringente e si costruiranno centrali nucleari nei Paesi di fronte alle coste iraniane, a portata di tiro dei missili convenzionali che già sono in possesso degli ayatollah.

Una spirale a dir poco rischiosa e messa in piedi da Francia e Usa, i due stati che più temono il nucleare islamico iraniano e che però vendono impianti atomici ai nemici integralisti di Theran: Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. E´ inutile che il governo dell´Iran ricordi che «è sempre impegnato dai suoi obblighi nel quadro del Trattato di non proliferazione nucleare» il suo nucleare non sarà pacifico finché non diventerà filo-occidentale. Per far questo gli Usa rinsaldano pericolosamente le loro alleanze con i sunniti (anche in Iraq) contro la minaccia sciita. Una miscela di petrolio, nucleare, religione, odi etnici e rivalità secolari che poterebbe davvero diventare esplosiva.

In questo contesto incendiario fa quasi tenerezza la delegazione della Camera italiana che si è recata a Theran per metterci una buona parola e chiedere un maggiore rispetto dei diritti umani in un Paese che usa la pena di morte in maniera a dir poco eccessiva. Agli italiani è stato detto che in Iran sull´arricchimento dell´uranio non ci sono divisioni. «Ci possono essere affermazioni più aspre rispetto al passato, ha detto, ma tenete presente che la nostra posizione non è cambiata - ha spiegato l´ex presidente iraniano Khatami - Siamo pronti a fornire tutte le garanzie, ma dobbiamo avere accesso alla possibilità di produrre combustibile per le nostre centrali» e riferendosi alla sospensione dell´arricchimento dell´uranio sotto la sua presidenza, dal 2003 al 2005, durante le trattative con Francia, Germania e Gran Bretagna Khatami ha detto: «In quei negoziati, avevamo raggiunto risultati importanti e potevamo risolvere il problema, ma gli europei hanno perso quell´occasione. E ora, gli Usa ostacolano ogni sforzo per una soluzione negoziata».

Ma la delegazione italiana forse era lì per altro e il nostro Paese deve essere per forza più benevolo con gli iraniani, visto il giro di affari che da decenni ci lega a Theran: l´Iran è il quarto produttore mondiale di petrolio, e l´Italia resta uno dei suoi maggiori partner commerciali.

I deputati italiani non sono tornati a mani vuote e, fregandosene dell´embargo Usa, hanno portato a casa un contratto tra Edison e la compagnia petrolifera di stato iraniana Nioc da più di 70milioni di euro per l´esplorazione di petrolio e gas nel settore offshore "Dayyer", 8.600 chilometri quadrati di acque iraniane del Golfo Persico. Edison prevede di investire in 4 anni circa 30 milioni di euro e se troverà idrocarburi passerà direttamente alla fase di sviluppo. «Il nuovo contratto - spiega un comunicato dell´azienda italiana - si inserisce nella strategia industriale di Edison, che punta a rafforzare le attività nell´esplorazione e nella produzione con l´obiettivo di incrementare le riserve e di avere produzioni di idrocarburi che rappresentino circa il 15% del futuro fabbisogno del gruppo».

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