[15/01/2008] Energia

Biocarburanti, il ripensamento in corsa dell’Unione europea

BRUXELLES. La discussione sulle ricadute sociali ed ambientali dei biocarburanti sta svelando aspetti non considerati prima e l’Unione europea ha deciso di rivedere le sue posizioni sulle bioenergie. La direttiva sui biocarburanti del 2003 ha stabilito obiettivi indicativi per gli Stati membri per l´uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti, con una quota del 5,75% da raggiungere entro il 2010 e la Commissione europea ha adottato una Strategia per i biocarburanti imperniata su 7 direttrici politiche: incentivare la domanda di biocarburanti; sfruttare i vantaggi ambientali; sviluppare la produzione e la distribuzione di biocarburanti; ampliare le forniture di materie prime; potenziare le opportunità commerciali; sostenere i paesi in via di sviluppo; sostenere la ricerca e lo sviluppo.

L’anno scorso l’Ue aveva alzato al 10% la quota di biocaburanti da utilizzare per i trasporti entro il 2020. Concetti e numeri invecchiati di colpo con l’aumento dei cereali e del cibo in generale e con la competizione tra agricoltura tradizionale e foreste e agricoltura no-food. 17 organizzazioni non governative hanno scritto al commissario europeo per l´Energia Andris Piebalgs (Nella foto), per chiedergli di introdurre norme molto più severe per produrre biocarburanti o di rinunciare agli obiettivi vincolanti per i biocarburanti destinasti ai trasporti. Le associazioni dicono che «il progetto attuale di legislazione non garantisce la protezione di ecosistemi importanti, quali le savane o i pascoli permanenti «che potrebbero essere a rischio se l´agricoltura venisse ampliata per realizzare l´obiettivo comunitario dei biocarburanti. Una produzione di biocarburanti su larga scala può causare un effetto domino o avere conseguenze indirette negative, quali l´aumento dei prezzi degli alimenti e dei mangimi e un aggravamento della penuria d´acqua, che a sua volta determinerebbe impatti negativi sulla povertà a livello globale».

Il commissario europeo per l´Ambiente Stavros Dimas ha suggerito di modificare le linee guida che stanno per essere pubblicate, dicendo che «sarebbe meglio non realizzare affatto l´obiettivo dei biocarburanti piuttosto che danneggiare i poveri o l´ambiente», ed in una intervista alla Bbc ha detto: «Abbiamo constatato che i problemi ambientali causati dai biocarburanti e le questioni sociali sono più gravi di quanto pensassimo. Dobbiamo muoverci con molta attenzione. Dobbiamo individuare criteri di sostenibilità, anche per quanto riguarda le questioni sociali e ambientali, perché i biocarburanti offrono determinati vantaggi». Dimas ha ricordato che «l´Ue introdurrà una serie di certificazioni per i biocarburanti», promettendo misure restrittive per il biodiesel da olio di palma, colpevole della distruzione di grandi aree della foresta tropicale dell’Indonesia. Una revisione da fare subito, visto che il 23 gennaio la Commissione europea varerà la normativa sulla produzione di biocarburanti e per promuovere il loro utilizzo come fonti energetiche alternative.

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