[16/01/2008] Consumo

Farmer market: più convenienti e più sostenibili

LIVORNO. Si chiamano farmer market ma non sono altro che mercatini. Mercatini degli agricoltori che secondo il ministero delle Politiche agricole saranno almeno un centinaio entro la fine dell’anno. Grazie a un suo decreto tutti i Comuni hanno infatti la possibilità di aprire mercati gestiti dagli agricoltori. L’idea è quella di abbattere i costi dei prodotti attraverso l’acquisto anche in città di frutta e verdura di stagione appena raccolti, oltre a vino, salumi e latticini trasformati in azienda. Prodotti a prezzi stracciati – scrive oggi il Sole24Ore che riporta la notizia – che racconta l’esperienza del farmer market di Taranto, promosso dalla Coldiretti. L’idea è quella della filiera corta grazie alla quale un chilo di mele golden viene venduto a 0.60 centesimi di euro contro 1.80 chiesti in media nei supermercati. Mele golden che vengono dalle aziende vicine e stesso discorso vale per i pomodori, le clementine che non solo costano meno ma hanno il valore aggiunto di essere freschissime.

Valore aggiunto al quale se ne aggiunge un altro non messo in evidenza nel pezzo, ovvero che questi mercatini sono anche di gran lunga più sostenibili ambientalmente parlando. Perché la filiera corta riduce le distanze tagliando drasticamente il trasporto e i suoi impatti sul territorio. Non cosa da poco, oltre al fatto che i prodotti freschi non dovrebbero avere conservanti e soprattutto non arrivano dall’altra parte del mondo. Si tratta di un primo passo, perché poi bisognerebbe vedere la qualità, il livello di chimica utilizzata e via dicendo, ma la strada intrapresa ci pare quella giusta. E bisognerà pur dire che il governo verso questa strada sta riorientando almeno una parte del mercato.

Cosa tutt’altro che negativa. Soprattutto visto che proprio oggi dal Corriere della Sera veniamo a conoscenza delle ultime discutibili tendenze che arrivano proprio dal mondo della grande distribuzione per convincere le persone ad acquistare di più. Etichette parlanti e coinvolgimento dei cinque sensi del consumatore sono il futuro prossimo ipotizzato dal quotidiano milanese. E già sperimentato negli Usa. Ma se le idee per ridurre le file possono anche essere comprensibili - il cliente che prende il bigliettino con il numero sarà seguito da un software mentre gira per il negozio e avvisato quando è il suo turno grazie ad allarmi trasmessi dalle bilance o da altri strumenti – non si capisce la necessità di diffondere aromi tra gli scaffali attraverso un dispenser con la scusa che così la passeggiata nel supermercato sarebbe più gradevole.

Si tratta ovviamente di tecniche che mirano a far comprare sempre di più e a stimolare il “consumo nel consumatore” e che cozzano con la sostenibilità ambientale sia perché non spingono ad una spesa attenta (quindi prodotti ecologici), sia perché si è spinti a comprare più di quello di cui si ha bisogno. Come abbiamo detto spesso, la sostenibilità si raggiunge anche sulla base di quello che mangiamo. Al farmer market per esempio.

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