[17/01/2008] Rifiuti

Rifiuti, Betti conferma: «Per trattamento e smaltimento la legge impone di fare riferimento ai piani provinciali»

LIVORNO. Dopo la comunicazione della giunta regionale illustrata lunedì sulla strategia da adottare sul fronte della gestione integrata dei rifiuti in Toscana, abbiamo intervistato Marco Betti (Nella foto), esponente dei Verdi e assessore regionale ai Parchi e alle aree protette.

Assessore Betti, finalmente la giunta regionale ha preso una posizione chiara sulla gestione integrata dei rifiuti. Al di là del merito della strategia decisa dalla giunta di cui lei fa parte, e al di là della sua effettiva realizzazione che potremo verificare nei prossimi mesi e anni, questa volta sembra che siate decisi a fare e non solo a dire di voler fare.
«Intanto direi che per quel che riguarda le novità esse si limitano a poco: intanto al fatto che noi abbiamo raccolto l’appello della Campania e del governo e di stoccare nelle nostre discariche 4mila tonnellate di rifiuti. La seconda novità emersa lunedì è che è stata calcolata la nostra potenzialità di accoglienza dei rifiuti fino al 31 dicembre 2011. Per il resto in realtà sulla strategia si sono lette tante forzature dei giornali, del tipo “termovalorizzatori avanti tutta”. Non è vero: abbiamo confermato che ci sono per legge i piani provinciali a cui dobbiamo fare riferimento per il trattamento e lo smaltimento. Benché io sia fermamente contrario alla termovalorizzazione che ritengo una scorciatoia per affrontare con superficialità un problema complesso da governare invece con ben altro spessore culturale, capisco le difficoltà di chi, come alcune province, dopo aver intrapreso un percorso e magari investito soldi si troverebbe oggi a dover frenare un percorso mentre è lanciatissimo».

Nella riunione di giunta avete anche annunciato nuovi e più ambiziosi obiettivi di raccolta differenziata. Perché questa raccolta si trasformi poi in effettivo riciclo sono però necessari gli impianti di selezione, trattamento e recupero dei rifiuti, e anche su questo fronte attualmente la Toscana è in deficit.
«Intanto dobbiamo pensare a raggiungere l’obiettivo più immediato, ovvero il 55% di raccolta differenziata al 2010, che credo rimanga il dato culturale strategico a cui riferirsi. Poi è evidente che oggi la dotazione impiantistica non è ancora adeguata, ma ho visto che nelle varie Province ci sono già diversi progetti approvati, e ritengo che se le Province rispetteranno i loro piani raggiungeremo presto il livello ottimale. Del resto sono gli investimenti che determinano le politiche: se io investo soldi per impianti di trattamento avrò bisogno di una buona spartizione dei rifiuti derivata dalle raccolte differenziate, se io invece li investo solo sui bruciatori, allora avrò bisogno di combustibile. Comunque ritengo che il coordinamento strategico che ha impostato l’assessore Bramerini sia quello più corretto».

Si parla giustamente di sperimentare nuove tecnologie per lo smaltimento finale dei rifiuti. Non ritiene che contemporaneamente alla sperimentazione, che in quanto tale si riferisce al medio-lungo periodo, sia necessario anche pensare al breve periodo, utilizzando tecnologie mature e già disponibili?
«Ma le tecnologie mature e disponibili ci sono già: nel settore dell’incenerimento esistono tecnologie che di fatto non inceneriscono più, provvedono cioè a un cambiamento chimico del rifiuto, ovviamente preselezionato, producendo alla fine gas ed energia. Ci sono aziende private che applicano già queste tecnologie, anche in Toscana: i dissocia tori molecolari sono tecnologie aggiornatissime che non hanno problemi di diossine e che quindi costituiscono il superamento degli inceneritori. Nonostante questo ribadisco che il cuore dei nostri sforzi deve essere focalizzato sul potenziamento delle raccolte differenziate».


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