[17/01/2008] Energia

Nuovo mercato delle energie rinnovabili

BRUXELLES. L’Unione europea si prepara ad approvare il suo ambizioso progetto per aumentare l’utilizzo di energia rinnovabile, ma Spagna e Germania hanno gelato gli entusiasmi con una missiva comune inviata alla Commissione europea nella quale sottolineano che quelle misure di liberalizzazione del mercato potrebbero rivelarsi controproducenti ed addirittura nocive per i modelli energetici alternativi già esistenti nei due Paesi. Governi di Berlino e Madrid si oppongono in particolare alla proposta dell’Ue che incoraggia le aziende a scambiare energie rinnovabili prodotte con sole, vento, acqua o biomasse.

Secondo tedeschi e spagnoli, sia che il sistema sia obbligatorio o volontario, metterà in pericolo o danneggerà i sistemi esistenti in Europa, che garantiscono i prezzi e l’accesso alla rete elettrica per le imprese dell’energia rinnovabile, come gli impianti eolici. «Questo metterà in pericolo lo sviluppo ben riuscito delle energie rinnovabili, questo non è accettabile dai nostri governi - si legge nella missiva inviata al commissario europeo per l’energia Andris Piebalgs - I governi e non le compagnie, devono controllare le politiche in materia di energie rinnovabili, è stata data a loro la responsabilità di realizzare obiettivi numerici che hanno per obiettivo quello di lottare contro i cambiamenti climatici».

La lettera ispano-tedesca ha subito avuto l’appoggio di Latvia, il secondo più grande produttore europeo di energie rinnovabili, e dalla presidenza di turno slovena dell’Unione europea. Come è noto, l’Ue dovrebbe raggiungere entro il 2020 al 20% di elettricità prodotta da fonti rinnovabili , con un bel balzo rispetto all’attuale 8,5%, en 2020, e anche diverse associazioni ambientaliste si chiedono come sia possibile raggiungere questi obiettivi ambiziosi permettendo alle compagnie private di scambiare energie rinnovabili.

«In Europa abbiamo già un sistema semplice e riuscito per promuovere le energie rinnovabili in Germania e Spagna che crea stabilità e certezza sul mercato – dice Mahi Sideridou, responsabile di Greenpeace per il clima e l’energia - La Commissione pone buoni obiettivi ma I modi che vuole impiegare per raggiungerli sembrano perversi». Ferran Tarradellas Espuny, un portavoce di Piebalgs, ha detto che la Commissione Ue vuole un meccanismo flessibile, che permetta agli stati membri che lo vogliono di produrre tutta o parte dell’energia rinnovabile prevista nei loro obiettivi nazionali anche in un altro Paese europeo , «questo meccanismo flessibile non metterà in pericolo gli schemi esistenti».

Comunque, la Commissione Ue dovrebbe riconsiderare gli aspetti giuridici della proposta, che potrebbero essere emendati sulla base delle perplessità spagnole e tedesche prima che l’Unione europea renda noto il suo progetto definitivo la prossima settimana. Secondo il commissario Ue all’ambiente Stavros Dimas il progetto di Bruxelles non azzererà il sistema finora utilizzato in Germania e Spagna: «Non inquietatevi. Ci assicureremo che la Germania possa conservare il suo sistema senza restrizioni future».

Questo non significa che la Commissione Ue rinuncerà all’idea degli scambi dei certificati di energia rinnovabile, ma secondo Dimas «li costruiremo in maniera tale che non nuocciano ai sistemi nazionali di promozione delle energie rinnovabili della Germania o di altri Paesi. E’ una promessa».


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