[18/01/2008] Rifiuti

L’Erika, la Total e gli uccelli

LIVORNO. La sentenza francese sul naufragio dell’Erika, con gli indennizzi previsti per le associazioni di difesa dell’avifauna, è stata certamente un buon segnale per la tutela della biodiversità.
«Per la prima volta in Francia il giudizio di una Corte ha riconosciuto la nozione di “préjudice écologique”. E’ una vittoria per i protettori della fauna selvatica che hanno partecipato dopo la catastrofe dell’Erika al salvataggio degli uccelli» sottolinea l’International Fund for Animal Welfare (Ifaw) che nel 1999 corse in sostegno della consorella “Bretagne vivante” con un’equipe di veterinari di tutto il mondo per il recupero dei 200 o 300 mila volatili ricoperti dalla marea nera dei quali solo 2.500 hanno potuto essere salvati .

La condanna di della Total, della società italiana di certificazioni Rina, dell’armatore italiano Savarese e del direttore della Panship Antonio Pollara, permette ora agli ambientalisti di ricevere un congruo indennizzo. .

«Siamo particolarmente fieri – ha detto Florence Paquet, di Ifaw-France – di aver partecipato a questo modesto salvataggio senza dimenticare tuttavia il disastro ecologico maggiore che ha costituito questo episodio, che testimonia l’insicurezza sempre più grande dei trasporti marittimi. Bisogna sapere che il 40% dei naufragi sono conseguenza della mancata vigilanza da parte degli ufficiali di bordo che soffrono di una mancanza di effettivi. L’insicurezza dei mari non è solo un problema tecnico, è prima di tutto un problema umano. Sul piano europeo delle decisioni sono state prese al fine di assicurare meglio la sicurezza dei trasporti marittimi, ma questo è lontano dall’essere fatto nel resto del mondo».

Una situazione particolarmente preoccupante, visto che la crescita dei Paesi in via di sviluppo si traduce in un aumento del traffico marittimo e dei rischi che lo accompagnano. Dopo il disastro dell’Erika nel mondo ci sono state almeno altre 700 maree nere e gli uccelli ne sono sempre le principali vittime, quasi fossero il capro espiatorio dei peccati della globalizzazione delle merci e dell’energia.

Per la marea nera che sommerse 400 chilometri di costa bretone, il tribunal correctionnel de Paris, ha condannato i responsabili del naufragio dell’Erica a pagare ammende massimali (Total e Rina 375 mila euro ciascuno, armatore e gestore ognuno 75 mila euro) ed a versare alle parti civili 192 milioni di euro come risarcimento di danni ed interessi.

La Total non l’ha presa proprio sportivamente e accoglie con rincrescimento «la decisione del tribunal correctionnel de Paris che l’ha condannata a titolo penale e civile per delitto di inquinamento, mentre il tribunale riconosce che la vera causa del naufragio è esterna alla Total. Il Tribunale di Parigi stabilisce che lo stato di corrosione delle strutture della nave ha causato il suo naufragio e risultava da colpe e caratteristiche che Total non poteva conoscere. E’ difficilmente comprensibile come suii possa essere condannati per un supposto non funzionamento di una procedura non imposta dalla legge, queste pratiche sono inoltre conformi a quelle della professione (cioè dell’equipaggio n.d.r) . Il diritto internazionale del trasporto marittimo opta per una netta separazione della responsabilità dei principali protagonisti, chi noleggia la nave da carico non è responsabile del controllo e della classificazione delle navi. Designando Total come uno dei responsabili, la decisione del tribunale rischia di generare la confusione sulle responsabilità e, al contrario dell’obiettivo dichiarato, di degradare la sicurezza dei trasporti marittimi».

Insomma, i responsabili sarebbero Rina e armatore e la decisione della Total di far viaggiare olio combustibile di infima qualità tra la Francia e Piombino in una carretta del mare (supereconomica) non c’entrerebbe praticamente nulla.

La Total anzi rivendica i suoi meriti ambientalisti per aver «dispensato più di 200 milioni di euro per rimediare il più rapidamente possibile alle conseguenze della marea nera e per la pulizia di coste di particolarmente difficile accesso, pompaggio del carico restante nel relitto e trattamento dei rifiuti derivati dalla pulizia delle

Esulta invece la Ligue pour la protection des oiseuax (Lpo) alla quale toccherà l’indennizzo più grosso tra le Ong (775 mila euro in totale) e che dice che la sentenza sull’Erika è «il riconoscimento del vivente non-commerciale, una grande vittoria per la Lpo e la biodiversità. Il 16 gennaio la XI Chambre correctionnelle du Tribunal de grande instance di Parigi ha espresso il suo giudizio nel processo dell’Erika. Per la prima volta in Francia, il pregiudizio ecologico, risultante dall’attentato portato all’ambiente, è stato riconosciuto! La Lpo saluta questa decisione senza precedenti di riconoscimento del vivente non-commerciale che costituirà opera di diritto a livello nazionale e internazionale. Si tratta in ogni caso di una grande vittoria per la biodiversità!. Se Total decide di appellarsi contro questa decisione, sarà indecente e sprezzante al riguardo dei viventi, tenuto conto, soprattutto, degli sforzi mediatici attualmente sviluppati della stessa compagnia sulla protezione della biodiversità e dell’ambiente».

E il presidente della Allain Bougrain Dubourg, sottolinea che «La situazionè e storica. Questa decisione è una première in Francia. Speriamo che permetterà di piantare le radici di una giurisprudenza che condurrà a vantaggi rispetto all’indeterminazione potenziale riguardante la natura».


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