[21/01/2008] Parchi

I Paesi del Mediterraneo firmano la dichiarazione di Almeria

LIVORNO. I ministri dell’ambiente ed i capi delegazione che hanno partecipato alla Conferenza delle parti contraenti per la protezione dell’ambiente marino e la regione costiera del Mediterraneo (Cop 15 della Convenzione di Barcellona) hanno approvato la dichiarazione di Almería che prende atto dell’allarme lanciato dall’Ipcc a Bali sugli effetti del cambiamento climatico sul bacino del Mediterraneo, le zone costiere, la biodiversità e dell’estrema sensibilità della regione alle alterazioni del clima.

I Paesi riuniti in Spagna del Mediterraneo sono convinti che «Il problema del cambiamentoo climatico deve essere trattato seriamente, per ridurre il più rapidamente possibile i suoi effetti sul perimetro costriero del Mediterraneo; la promozione della pronta applicazione nella regione mediterranea dei metodi per mitigare il cambiamento climatico è fondamentale per la salvaguardia delle risorse, la biodiversità e la protezuione delle zone costiere nella regione mediterranea; le strategie per mitigare il cambiamento climatico devono includere metodi come la messa a fuoco per ecosistemi, la gestione dei rischi, la valutazione ambientale strategica e la gestione integrata della zona marina costiera; l’approvazione del nuovo protocollo sulla Gestione integrata delle zone costiere costituisce uno strumento giuridico pertinente che stabilisce norme vincolanti necessarie per contribuire allo sviluppo sostenibile delle zone costiere del mar Mediterraneo e per occuparsi degli effetti del cambiamento climatico in queste zone sensibili; esiste la necessità di promuovere lo sviluppo di forme rinnovabili e con poche o nulle emissioni di carbonio per la generazione e l’utilizzo di energia, di promuovere l’efficienza energetica e una produzione e modalità di consumo più sostenibili».

Per questo le delegazioni del bacino del Mediterraneo ha deciso di «Iniziare la rapida ratifica del Protocollo sulla Gestione integrata delle zone costiereas, con gli obiettivi di applicare metodi efficaci adeguati per avviarsi a conciliare conciliar la salvaguardia costiera e lo sviluppo sostenibile con la realizzazione di attività economiche nelle zone costiere e a propiziare una risposta pratica immediata alle conseguenze del cambiamento climatico sugli ecosistemi costieri del Mediterraneo; Identificare, al più tardi nel 2011, le specie e gli habitat costieri e marini più sensibili ai cambiamenti climatici risultanti dalle diverse ipotesi descritte dal Gruppo intergovernativo degli esperti sul cambiamento climatico e promuovere metodi per stabilire una rete mediterranea ampia e coerente di zone costiere e marine protette, al più tardi nel 2012».

Inoltre, «realizzare in maniera congiunta studi per stimare il valore economico dei prodotti attualmente ottenuti e dei servizi prestati dagli ecosistemi marini costieri, e per determinare come questo valore sarà colpito dalle trasformazioni a cui darà luogo il cambiamento climatico ed informare su questi studi ad ogni riunione delle parti della Conferenza di Barcellona; Preparare per ogni riunione delle parti contraenti della Conferenza di Barcellona e della Conferenza sulla diversità biologica un infornazione circa la situazione della biodiversità nel Mediterraneo e la ripercussione osservata del cambiamento climatico; Rinforzare la cooperazione e cercare sinergie con iniziative che perseguano obiettivi ecologici similari, tra gli altri la direttiva dell’Unione Europea sulla stategia marittima, al fine di mettere in pratica la nostra idea condivisa di un Mediterraneo in salute con ecosistemi marini e costieri produttivi e biologicamente diversi, a beneficio delle generazioni attuali e future; Fomentare una migliore gestione della domanda di energia e aumentare l’efficienza energetica; capitalizzare l’importante potenziale della regione per quel che riguarda lo sviluppo dell’energia solare ed eolica; stimolare la gestione e il recupero dei boschi e l’utilizzo delle coltivazioni per la captazione del carbonio; promuovere una migliore gestione della richiesta idrica, migliorando tra le altre cose il risparmio d’acqua, e considerando, quando convenga, l’impiego di risorse idriche non convenzionali, per esempio l’acqua residuale trattata, in combinazione con fuonti di energie rinnovabili».

Infine, la delegazione ha deciso di «Preparare una struttura di valutazione del rischio ed occuparsi in maniera adeguata delle questioni di responsabilità per quel che si riferisce allo stoccaggio di CO2 in formazioni geologiche situate nel fondale del mar Mediterraneo, così come altri metodi destinati ad attenuare le possibili conseguenze per l’ambiente marino, al fine di garantire che non esista un rischio importante per l’area marina, prima che si esamini infuturo la possibilità di modificare gli strumenti giuridici dellla Conferenza di Barcelona, tra i quali i Protocollo del vertice del 1995; Prendere in considerazione la dichiarazione e il Piano di azione di Tunez e la dichiarazione di Rabat sul cambiamento climatico: conseguenze, preparazione e metodi di adattamento, all’interno delle priorità del Mediterraneo per un miglior adattamento e risposta al cambiamento climatico».


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