[21/01/2008] Comunicati

Italia e Fao insieme per lo sviluppo agricolo sostenibile di 5 Paesi africani

ROMA . Utilizzando il fondo fiduciario della Fao per la sicurezza alimentare, e grazie ad un contributo del governo italiano di 10 milioni di dollari, sono stati avviati progetti per promuovere la produzione agricola ed offrire sbocchi commerciali in cinque paesi africani tra i più poveri al mondo: Guinea Bissau, Liberia, Mali, Senegal e Sierra Leone, che sono accomunati da livelli di malnutrizione e di povertà preoccupanti, in alcuni di questi Paesi fino al 70% per cento della popolazione vive al di sotto della linea di povertà.

Liberia e Sierra Leone risentono ancora pesantemente delle conseguenze di lunghi anni di guerra civile e stanno tentando una faticosa ricostruzione. Tutte le infrastrutture di base, scuole, strade, ospedali, sono distrutte o danneggiate, il tasso di instabilità politica, il peso del debito estero, la mancanza di accesso alle risorse sono problemi comuni a tutta l’area. In Mali a creare la difficile situazione economica quanto la generale debolezza del tessuto economico sono stati perdita dei raccolti, effetti delle piogge scarse e ’avanzare della desertificazione, in un paese in cui il 95% dell’agricoltura è pluviale.

Tutti i Paesi hanno una popolazione giovanissima: in Senegal e Mali il 47% degli abitanti ha meno di 15 anni, in Sierra Leone il 42% e il 75% ha meno di 35 anni. Questi progetti – spiega Jose Maria Sumpsi (Nella foto), vice direttore generale della Fao - affrontano l’insicurezza alimentare nella complessità delle sue cause ed in una varietà di proposte per il suo superamento, individuate insieme ai governi nazionali ed alle comunità coinvolte». I cinque progetti individuano l’agricoltura come l’elemento chiave per la riduzione della povertà e per la sicurezza alimentare, ma al tempo stesso riconoscono l’aumento di produzione da solo non è sufficiente e va accompagnato con la commercializzazione dei prodotti. I progetti si baseranno su attività di tirocinio e di formazione per le associazioni locali di produttori, con scuole sul campo per agricoltori nelle quali si insegnerà come conservare e lavorare i prodotti per evitare che gli agricoltori siano costretti a vendere tutta la produzione al momento del raccolto.

«In paesi dove tra il 40 ed il 50% della popolazione adulta non ha mai frequentato la scuola, i contadini impareranno pratiche agricole più efficienti, ma anche come avviare un piccolo commercio, come fare tesoro delle poche risorse a disposizione, e come avere produzioni agricole più redditizie da destinare al mercato», dice Kevin Gallagher, esperto Fao per lo sviluppo dei programmi. I progetti promuoveranno la diversificazione della produzione per evitare di dover dipendere da una sola coltura, com’è successo in Guinea Bissau, dove il recente crollo sui mercati internazionali del prezzo dell´anacardio , che rappresenta il 90% delle esportazioni del paese, ha gravato sull’intera economia del paese.

Il governo italiano si è impegnato per 100 milioni di dollari con il fondo fiduciario per la sicurezza alimentare della Fao, di cui 75.7 già versati. Sinora sono stati realizzati 21 progetti di sviluppo agricolo: 14 in Africa, due nel Medio Oriente, uno in Asia Centrale, uno in Europa Orientale e tre nella regione caraibica e del Pacifico. Questo nuovo intervento nell’Africa Occidentale si aggiunge agli altri progetti Fao/Italia già in fase d’attuazione in Africa centrale ed orientale (Burundi, Ruanda ed Uganda) ed in Africa australe (Malawi e Zambia).


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