[22/01/2008] Comunicati

Shangai non vede più le stelle

LIVORNO. Il ciclone che sta squassando le borse asiatiche rende meno brillanti le prospettive dell’economia cinese che sembrava inarrestabile, ma la capitale economica della Cina, Shanghai, ha proprio un problema di troppa luce, insegne, fari, grattacieli, torri hanno cancellato il cielo notturno, tanto che l’osservatorio astronomico della città dovrà essere reinstallato in un posto dove non arrivi l’inquinamento luminoso del turbo capitalismo-comunista cinese.

Naturalmente le autorità municipali della megalopoli cinese parlano di una necessità dovuta alla «luce radiosa della città», ma secondo quanto dice allo Shanghai Morning il direttore dell’osservatorio del laboratorio d’astronomia ottica di Shanghai, Tao Jun, le luci dello “sviluppo armonioso «hanno seriamente danneggiato la nostra osservazione e ci ha costretto a trovare un luogo adeguato». L´osservatorio ha sottoscritto un accordo con la provincia di Zhejiang per realizzare la prima «zona riservata all’osservazione del cielo notturno» della Cina, che sorgerà a Tianhuangping, nella città di Anji. Le attrezzature di Shanghai saranno trasferite in questa zona dove verrà costruito un nuovo osservatorio astronomico.

Insomma, la Cina che lancia satelliti intorno alla luna e si prepara a sbarcare su Marte rischia di rimanere accecata a terra. Nel 1985 l’Unione astronomica internazionale ha raccomandato che la luce artificiale di fondo sia meno del 10% per un osservatorio di livello mondiale, equivalente ad un inquinamento luminoso inferiore al 20,2%, ma, spiega Tao «un test effettuato nel 1998 nell’osservatorio di Sheshan di Shanghai ha dimostrato che l’inquinamento luminoso era del 591%. L’inquinamento luminoso è ancora più importante oggi. Benchè abbiamo rinnovato i nostri strumenti, l’osservazione rimane insoddisfacente».

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