[22/01/2008] Rifiuti

Rifiuti Campania, il piano di De Gennaro alla prova del fuoco

LIVORNO. Cumuli di immondizia in fiamme e proteste tra Napoli e provincia, con la richiesta di ben 65 interventi dei vigili del fuoco, hanno salutato il piano del supercommissario De Gennaro, presentato ieri. «Se facciamo come il medico che pensa troppo, facciamo morire il paziente» ha detto De Gennaro e del resto in una situazione come quella campana c’è ben poco da pensare e molto da agire, anche perché il commissario ha 110 giorni di tempo per consentire alla regione di uscire dall´emergenza rifiuti e adesso anche un governo in crisi, come riferimento, che certo non lo aiuterà nel suo difficile compito.

Il piano prevede l’apertura di 3 discariche già chiuse (Difesa grande ad Ariano Irpino, Villaricca a Napoli e Montesarchio a Benevento) oltre a quella di Serre, e 3 siti di stoccaggio (tra cui Pianura), oltre al deposito nella ex manifattura tabacchi a Napoli, per accogliere complessivamente un milione di tonnellate di immondizia: le 250mila ancora in strada più le 7.200 che ogni giorno la Campania produrrà da oggi fino alla scadenza del suo mandato.

A Pianura (che ieri la magistratura ha posto sotto sequestro) il commissario ha garantito che andranno solo 20mila tonnellate di ecoballe e la discarica di Parapoti, dove la vicesindaco ha già organizzato un presidio “preventivo”, è nel piano ma solo come eventuale riserva strategica. Individuati i siti per garantire la pulizia delle strade dai rifiuti, l’altro punto della strategia del piano De Gennaro prevede la manutenzione di tutti gli impianti di produzione del cdr, che per questo verranno chiusi momentaneamente, si dice per due settimane. L’obiettivo è quello di avere quindi degli impianti a norma per avviare un ciclo virtuoso che parta dalla raccolta differenziata e finisca nel bruciare cdr – a norma-nel termovalorizzatore di Acerra prima e successivamente negli altri due previsti dal piano: Santa Maria La fossa e Salerno.

Un piano che ha già suscitato reazioni positive e preoccupazioni. Un sì incondizionato arriva dal senatore Francesco Ferrante, che seppur riconosce che «nessuno, né istituzione né cittadino, sarà contento della riapertura di siti già stracolmi e precedentemente chiusi per giuste ragioni» questo sia l’unico modo per «riuscire a smaltire l´immondizia accumulata e scongiurare ulteriori pericoli sanitari» per dar seguito «a interventi più funzionali e lungimiranti tesi a scongiurare il ripetersi di questa assurda e umiliante situazione» e solo in questo modo inoltre ha concluso il senatore «risulta lecito chiedere alle altre regioni di accettare e smaltire nei loro territori i rifiuti provenienti da questa regione».Un parere positivo anche da Legambiente, che sabato ha organizzato a Napoli una manifestazione, che ha avuto 100 adesioni da sigle nazionali e regionali e la presenza di oltre 7000 persone e che aveva in testa i comuni campani che nonostante la situazione regionale sono riusciti a far funzionare la raccolta differenziata con ottimi risultati. Salvo poi essere costretti, per l’assoluta assenza di impianti a dover portare la frazione organica raccolta agli impianti di compostaggio fuori regione.

Legambiente su piano De Gennaro ritiene che la scelta seppur dolorosa della riapertura delle discariche sia l’unica immediata da fare. Ma ritiene «necessario e fondamentale che parallelamente si concretizzi una politica seria,concreta, efficiente ed efficace di riduzione e raccolta differenziata dei rifiuti, con l´apertura immediata di impianti di compostaggio» senza i quali sostiene Legambiente «in un futuro breve torneremo di nuovo a parlare dell´ennesima emergenza».

Stamani intanto De Gennaro si accinge a fare i primi incontri per saggiare il terreno e per verificare se l’obiettivo espresso che “ognuno faccia la sua parte” può essere raggiunto. E’ previsto infatti un incontro con il presidente della provincia di Napoli e un sopralluogo a Savignano irpino, uno dei siti che dovrà essere riattivato.
Ma intanto proprio i cittadini di Savignano Irpino, Sant´Arcangelo Trimonte e Terzino, ovvero i comuni dove dovranno essere allestite le discariche definitive previste dalla legge, già annunciano rivolte, sindaci in testa.

«Gli intoppi se ci saranno, dovranno essere superati» ha dichiarato De Gennaro. Si tratta di capire come, però, e con quale sostegno. Di intoppi De Gennaro infatti ne ha già molti sulla sua strada: oltre alle proteste dei sindaci adesso anche una crisi di governo che solo domani si saprà se riuscirà a superare ottenendo di nuovo la fiducia che oggi ha chiesto Prodi (per cui è previsto il voto alle 17). E se anche la fiducia venisse accordata, seguirà il voto sulla mozione di sfiducia al ministro Pecoraro Scanio richiesta, proprio per l’emergenza campana, dalla minoranza. Insomma i vescovi italiani della Cei, che per voce del loro presidente, cardinale Angelo Bagnasco, sottolineano che il disastro della Campania sta mettendo «vistosamente in gioco l’affidabilità e la credibilità delle istituzioni» e che per questo «sono vicini al vescovo di Napoli, Crescenzo Sepe» farebbero bene ad esprimere la loro vicinanza anche al commissario De Gennaro, perché potrebbe averne bisogno.


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