[23/01/2008] Aria

Legambiente e Wwf: «Poco ambizioso il pacchetto energia dell’Ue»

LIVORNO. Cominciano ad arrivare le prime reazioni italiane al pacchetto energia e clima presentato oggi dalla Commissione Europea. Per il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, si tratta di «Un pacchetto positivo ma meno ambizioso di quanto ci si aspettava, soprattutto da un’Europa leader nella lotta ai cambiamenti climatici».

Per il Cigno verde «sulle rinnovabili Bruxelles ha ideato un sistema pasticciato che rischia di mandare in fumo i risultati raggiunti dall’Europa, oggi motore trainante sull’eolico e sul solare. La proposta di creare una borsa europea delle rinnovabili e di mettere in competizione le imprese dei singoli Stati mina le fondamenta di politiche nazionali collaudate come quella spagnola o quella tedesca, che negli ultimi quattro anni ha fatto balzare il peso delle fonti pulite dal 4,5% al 10,5%» e Cogliat Dezza dice di confidare «nel ruolo del Parlamento e del Consiglio Europeo per migliorare la bozza presentata oggi. Il rischio è di dare un peso eccessivo alla logica del mercato, perdendo l’opportunità di fare dell’Europa il principale protagonista di uno scenario energetico che abbia al centro l’energia pulita».

Piace invece la riforma dell’Ets, il sistema Ue che vincola le emissioni di CO2 delle grandi industrie. «A partire dal 2013 – spiega Legambiente - i permessi ad inquinare saranno a pagamento e finalmente si potrà far valere il principio del “chi più inquina più paga”. Oltre a inserire nuovi settori, come l’aviazione, il nuovo Ets riduce all’osso i poteri dei singoli governi e punta così a mettere fine al consueto balletto tra governi e gruppi industriali nella distribuzione dei permessi ad inquinare».

Il rammarico è anche per il poco coraggio dimostrato dall’Ue sul cambiamento climatico: «si poteva fare di più. Dopo aver strappato lo scorso dicembre a Bali, l’impegno dei paesi industrializzati a ridurre i gas a effetto serra del 20-45 % entro il 2020, Bruxelles è rimasta ferma al suo obiettivo di minima: quello di una riduzione del 20 %. Una misura insufficiente se si vuole evitare che la temperatura del pianeta salga oltre i 2° C rispetto ai livelli pre-industriali. L’Ue confermi da subito il taglio del 30% dando così un segnale chiaro al resto del mondo – chiede Cogliati Dezza - Ora per l’Italia è veramente suonata la sveglia. Il pacchetto clima energia non ha penalizzato il nostro paese, ma c’è bisogno di misure credibili se non vogliamo far diventare un abisso il ritardo nei confronti di Kyoto e del resto d’Europa. Dallo stop alle centrali a carbone al potenziamento dei trasporti ferroviari, l’Italia è chiamata con un urgenza a un impegno decisivo».

Anche il Wwf si attendeva dall’Ue «una maggiore determinazione ed un obiettivo di almeno il 30% di riduzione delle emissioni: questo perché nella decisione del Consiglio Europeo del Marzo 2007 si è stabilito che la UE perseguirà tale target - che include l´opzione di raggiungere il 30% in coincidenza di un accordo globale sulle emissioni di gas serra. Un target più alto di riduzione è anche necessario per rimanere al di sotto dell´aumento medio della temperatura globale di 2 gradi centigradi. Quale leader globale nella lotta ai cambiamenti del clima, l´Unione Europea dovrebbe pianificare il successo dei negoziati internazionali, non il loro fallimento».

Anche Michele Candotti, direttore generale del Wwf Italia sottolinea le contraddizioni tra le buone intenzione di Bali ed l’odierno pacchetto dell’Ue: «La Commissione Europea ha presentato una proposta relativamente debole, e non un singolo paese europeo ha appoggiato target più ambiziosi - ha detto - "Un taglio delle

emissioni del 20 per cento entro il 2020, rispetto a quelle del 1990, è in realtà una cura più ´leggera´ di quello che sembra: questo perché l´Unione Europea ha già ridotto le sue emissioni di circa il 10% rispetto ai livelli

del 1990. E´ difficile in questo modo per l´Europa arrivare a quella necessaria svolta verso la Nuova Rivoluzione industriale di cui parla e di cui ha drammaticamente bisogno. Ed è un piccolo sforzo anche rispetto ai rischi drammatici per il nostro Pianeta dovuti ai cambiamenti climatici, come lo scioglimento dei ghiacci dell´Artico e la migrazione di milioni di persone nei paesi in via di sviluppo a causa delle alluvioni e della siccità».

Secondo il Panda «la proposta destina ancora troppi permessi a titolo gratuito per inquinare alle industrie ad alta intensità di carbonio, indebolendo così il principio di "chi inquina, paga"».

Il Wwf chiede che tutti i permessi vengano messi all´asta, «in modo da incentivare il taglio delle emissioni e garantire i fondi necessari per la riconversione e lo sviluppo dell´energia pulita e rinnovabile, così come per l´adattamento a quei cambiamenti del clima ormai inevitabili e in atto, specie nei paesi poveri».

L’unica nota positiva sembra l’obiettivo del 20 per cento di energia dalle fonti rinnovabili, ma il Wwf ritiene . però che «il sistema di certificazione proposto per i biocarburanti, deve essere reso più concreto, per dare la certezza che questa fonte di energia venga prodotta in modo sostenibile e rispettando i principi di equità e di giustizia sociale. Il Wwf si aspetta che il Parlamento e il Consiglio Europei affrontino il pacchetto energia e clima dedicando una corsia preferenziale e veloce, anche in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo del 2009».

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