[24/01/2008] Energia

Gli eurodeputati italiani e il pacchetto energia

BRUXELLES. Il dibattito svoltosi al Parlamento europeo subito dopo la presentazione del pacchetto energia e clima della Commissione europea sembra segnare un gradimento per le misure proposte, anche se non mancano timori per le possibili ricadute su occupazione e concorrenza. Molti europarlamentari, soprattutto Verdi, liberaldemocratici e socialisti, chiedono un accordo internazionale vincolante e di tradurre in atti concreti le intenzioni, adottando le nuove entro la fine della legislatura. Molti gli interventi degli eurodeputati italiani.

Roberto Musacchio, di Rifondazione comunista, ha detto che la decisione della Commissione di presentare le proposte in Parlamento «è un bel segnale: l´Europa vuole fare sul serio, su linee giuste che abbiamo contribuito ad indicare e a costruire». Ma la Sinistra europea non nasconde perplessità su alcuni punti come «il peso eccessivo del biofuel nonostante i dubbi crescenti» e per «il rischio che sia concesso a qualcuno di assimilare il nucleare a una fonte pulita e rinnovabile, cosa che non è» ma non convincono nemmeno «l´eccessivo peso delle tecniche di cattura di CO2 rispetto ad altre pratiche migliori» e «le deroghe ai limiti di emissione per paese o per settori inquinamenti come il siderurgico» . Tutto questo rischia di «indebolire quella credibilità dell´Europa che invece deve essere rafforzata in una fase decisiva come quella che si è aperta con la Conferenza di Bali, dove si sono poste le condizioni per arrivare alla firma dell´accordo del dopo Kyoto». Musacchio non si nasconde che «occorrerà grande volontà politica, ma anche coerenza. La volontà politica deve essere quella di considerare il tema clima il vero banco di prova dell´Europa e di una diversa globalizzazione. La coerenza richiede che ci si muova secondo l´indirizzo dei tre 20% di riduzione delle emissioni, di risparmio energetico, di uso e di energia nel rinnovabile». La Sinistra europea chiede un pacchetto prioritario di misure, da approvare nel 2009, con «misure sulle auto e sugli aerei, che rendano credibili gli impegni generali di riduzione anche attraverso politiche verticali. Per questo, sarebbero gravi deroghe su settori come il siderurgico».

Guido Sacconi (Nella foto), per il Pse, ha sottolineato l’importanza della decisione «in tempo reale» degli eurodeputati sull’adozione del pacchetto ed ha ricordato «che ad esso va aggiunta la proposta di regolamento sulle autovetture presentata lo scorso mese di dicembre». Secondo Sacconi il complesso delle proposte «corrisponde ai principi e agli obiettivi che il Parlamento ed il Consiglio hanno suggerito». La conferenza di Bali è stata un grande successo politico, che solo tre mesi prima sembrava improbabile. In quell´occasione, l´Unione ha confermato la sua leadership mondiale». Questo, «ha così accresciuto le sue responsabilità e non è quindi possibile presentarsi ai prossimi appuntamenti a mani vuote: dovremmo andarci con dei fatti. Ora, spetta al Parlamento e al Consiglio, i legislatori, trasformare il pacchetto in norme vincolanti e ciò non sarà facile nei tempi brevi che abbiamo». Il suggerimento di Sacconi è di ricorrere a una procedura speciale per tentare di adottare le nuove norme «entro questa legislatura. Altrimenti, avremo le mani vuote quando negozieremo nei passaggi successivi a Bali».

Per Alessandro Foglietta di An la Commissione «ha impresso una duplice svolta: rispettare gli impegni di Kyoto e migliorare il mix e l´approvvigionamento energetico europeo». L’esponente della destra ha particolarmente apprezzato «l´impegno a promuovere la diffusione delle energie rinnovabili e la maggiore flessibilità nell´autorizzazione degli aiuti di Stato concessi per promuovere i fini ambientali, lo sviluppo di fonti pulite e di tecnologie per il controllo delle emissioni». Ma secondo lui il pacchetto «contiene alcuni punti delicati per la competitività delle nostre imprese. Lo stesso Barroso ha stimato costi per circa 60 miliardi di euro. La previsione di un sistema di vendita all´asta delle quote, il costo stimato intorno al 39 euro per tonnellata di CO2, l´estensione ai settori del trasporto e dell´edilizia, ha aggiunto, «preoccupano non poco le industrie e probabilmente colpiranno i consumatori finali. Contro queste fosche prospettive, la Commissione e soprattutto gli Stati membri dovranno impegnarsi al massimo per ridurre l´impatto economico e sociale di questi interventi». L’eurodeputato di An ha sottolineato la necessità di tenere in conto la posizione opposta «dei nostri competitori mondiali in molti settori trainanti dell´economia», per questo occorre «lavorare sodo per definire impegni e risultati e dare maggiore forza al pacchetto presentato, che non deve essere virtuale ma reale».

Vittorio Prodi, eletto nelle liste della Margherita, ha detto di essere «assolutamente d´accordo» con le priorità del pacchetto energia, ma per la promozione delle energie rinnovabili non sembra «sufficientemente sottolineata l´urgenza di promuovere tecnologie di conversione diretta della biomassa in gas, che permettono tante applicazioni, in particolare, per l´efficienza complessiva rispetto alla combustione convenzionale». Per quanto riguarda la direttiva per lo stoccaggio di CO2 ha rilevato che l´aiuto finanziario «sembra favorire particolarmente il settore del carbone e del petrolio. Tale scelta non è condivisibile considerando che esistono opzioni diverse per la cattura dell´anidride carbonica in processi di produzione di energia come, ad esempio, l´impiego di microalghe in acqua. Se proprio dobbiamo usare il carbone, promuoviamo almeno la tecnologia della conversione in gas più pulita e più efficiente».

Francesco Musetto, di Forza Italia, ha detto che quella proposta della Commissione è «una sfida importante per l´Europa che non può più essere rinviata. Gli obiettivi proposti e in particolare la riduzione dei gas del 20% entro il 2020, malgrado le tante difficoltà da affrontare, possono essere realizzati. Tuttavia, si rende necessario un impegno comune di tutti i paesi per una politica energetica che possa affrontare l´emergenza del cambiamento climatico e che liberi finalmente l´Europa dalla dipendenza delle importazioni e, conseguentemente, dal continuo aumento dei prezzi dell´energia». Per il parlamentare del Ppe bisogna fare attenzione alla sicurezza dell´approvvigionamento e alle fonti energetiche rinnovabili e questo «impone un programma di diversificazione delle risorse energetiche». Ha poi concluso sostenendo che «si può ridurre l´emissione di gas a effetto serra attraverso il ricorso all´energia nucleare, al carbone pulito e alle energie rinnovabili che sono a bassa emissione di carbone» e occorre concentrare gli sforzi nella ricerca sul nucleare».


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