[25/01/2008] Comunicati

Indicatori ambientali: va migliorato quello dei prodotti fitosanitari

FIRENZE. I prodotti fitosanitari sono spesso sostanze ad elevata tossicità che possono avere effetti indesiderati su organismi viventi (e quindi anche sull’uomo) che in origine non sono il diretto bersaglio della loro azione. La presenza di prodotti fitosanitari in forma di residui nelle acque superficiali e sotterranee è un dato ormai acclarato. Del resto sono note anche le difficoltà del monitoraggio ambientale data la specificità dell’inquinamento di origine agricola su vaste estensioni del territorio e la tipologia di sostanze estremamente differenziata.

Inoltre, per questo tipo d’impatto è necessario considerare anche un fattore di casualità dovuto al maggior veicolo di diffusione nell’ambiente di queste sostanze, costituto dalle precipitazioni atmosferiche. Quindi per avere dati con un certo grado di affidabilità si ricorre a stime ricavate dalle vendite. In Italia, informa l’Arpat, esistono due fonti per questo tipo di informazione: una è rappresentata dall’Istat, l’altra dal Sian (Sistema informativo agricolo nazionale) del Ministero delle politiche agricole e forestali. L’origine del dato fornito è diversa: l’Istat fornisce un dato basato sulle dichiarazioni delle ditte che producono e commercializzano i prodotti fitosanitari.

Il dato, certo, ha però il limite di essere poco analitico in quanto non permette di risalire ai quantitativi delle sostanze attive, perché queste vengono raggruppate per categorie
(ad esempio fungicidi) e per famiglie (ad esempio fungicidi triazoli). Il Sian invece fornisce un dato ricavato dalle dichiarazioni di vendita annuali dei rivenditori, raccolte dalle autorità regionali e dalle province autonome secondo quanto previsto dall’art. 42 del Dpr 290/2001 e presenta caratteristiche opposte: è un dato molto analitico perché si riferisce ai quantitativi delle singole sostanze attive, ma poco accurato e non pienamente rappresentativo per quantità. Tutto ciò, come riferisce l’Agenzia per l’ambiente, si manifesta in differenze accentuate dei dati forniti dalle due fonti. Ad esempio sul dato nazionale relativo agli anni 2004 e 2005, i dati quantitativi forniti dal Sian rappresentano meno di un terzo dei quantitativi Istat. Le ragioni di queste differenze sono da ricercare principalmente nelle mancate dichiarazioni da parte di alcuni rivenditori, da errori di compilazione che non superano i controlli del sistema di rilevazione, dal mancato invio da parte delle autorità regionali o provinciali.

Anche quando i dati sono disponibili (vedi Sian http://www.sian.it) la loro consultazione ed eventuale elaborazione è estremamente difficoltosa. Attualmente in Toscana, attraverso un progetto specifico di Arpat nell’ambito dell’attività di Tutela delle acque dai fitofarmaci (riferimento Macrobiettivo C3 del Piano regionale di azione ambientale 2007-2010), con capofila il Dipartimento di Firenze, sono stati estratti i dati disponibili sul sito web del Sian. Il lavoro effettuato ha permesso di avere disponibile il dato di vendita in ambito provinciale consultabile per sostanza attiva. Attualmente sono consultabili i dati di vendita organizzati su base regionale e su base provinciale per gli anni 2004 e 2005. Per gli anni 2002 e 2003, sono disponibili e consultabili i dati di vendita organizzati solo su base regionale.

Nonostante i limiti detti, i dati di vendita Sian continuano a rappresentare un importante punto di riferimento per chi opera nel campo della prevenzione e nella pianificazione del monitoraggio delle pressioni e dello stato dell’ambiente. Arpat ritiene, opportunamente, che questo strumento debba essere migliorato anche attraverso formazione ed informazione specifica agli operatori del settore. Inoltre è necessario reperire risorse per incrementare l’azione di contrasto a questa tipologia di inquinamento, di cui si parla poco ma molto diffusa e talvolta pericolosa, dato la capacità di entrare nelle catene alimentari di alcune tipologie di prodotti fitosanitari.


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