[25/01/2008] Parchi

Pesca a strascico abusiva, la Guardia di Finanza colpisce all’Elba

PORTOFERRAIO. Il reparto operativo aeronavale di Livorno della Guardia di Finanza si è dato un gran da fare negli ultimi giorni per reprimere attività di pesca a strascico di frodo in zone non consentite. «In particolare – si legge in un comunicato delle Fiamme Gialle - gli equipaggi delle motovedette della Guardia di Finanza della dipendente sezione operativa navale di Portoferraio sono intervenuti nel corso di mirati servizi notturni nei confronti di alcuni pescherecci d’altura, sorpresi in flagranza in attività di pesca a strascico di frodo nel Canale di Piombino, ossia a meno delle tre miglia dalla costa e/o in presenza di fondali inferiori ai 50 metri».

I pescherecci operavano quindi in aree dove la pesca a strascico è interdetta per tutelare l’ecosistema marino e salvaguardare integrità dei fondali per permettere il ripopolamento delle specie ittiche. E la Gdf sottolinea come «non sia trascurabile l’aspetto sicurezza, visto che i movimenti marittimi in tale particolare tratto di mare sono particolarmente intensi di ogni fattispecie di traffico navale e che, non secondariamente, lungo i fondali del canale sono posizionati diversi cavi e condutture sottomarine che potrebbero riportare dei danneggiamenti».

Le Fiamme Gialle si sono mosse soprattutto la notte ed hanno sorpreso alcuni pescherecci della marineria piombinese mentra strascicavano sui fondali elbani in zone e profondità non consentite. «L’attività illecita – si legge in un comunicato della Gdf - oltre a ledere un patrimonio naturale ed a incidere anche significativamente in termini di concorrenza sleale nei confronti dei corretti operatori della pesca professionale, ha trovato una pronta azione repressiva da parte dei finanzieri del ramo mare, che già da tempo avevano posto sotto osservazione lo specifico settore di servizio, acquisendo elementi info-investigativi circa movimenti e condotte illecite, perpetrate queste ultime quasi sempre in tempo di notte».
I finanzieri sono intervenuti nei confronti di diversi motopescherecci d’altura, sequestrando tre reti a strascico e i divergenti (strutture metalliche poste a poppa per mantenere largo e capiente il sacco trainato), per un valore di 18 mila euro ed hanno elevato verbali per mille euro ad ogni capobarca.

«Merita una negativa menzione – dicono al reparto operativo aeronavale di Livorno - la condotta di uno dei pescherecci controllati, il cui capobarca piombinese è stato sorpreso e ovviamente verbalizzato per le medesime motivazioni a distanza appena di due notti, aspetto questo che è significativo del vantaggio economico conseguibile attuando delle attività di pesca in zone vietate, mentre un altro equipaggio da pesca, vistosi sorpreso ed illuminato di notte, ha ritenuto bene di tagliare i cavi di traino, perdendo così la rete ed il relativo pescato, non evitando però l’elevazione del verbale ed un ulteriore sanzione amministrativa, scaturita per l’accertata irregolare tenuta del libretto carburanti di bordo». E i finanzieri assicurano che «I controlli con i mezzi aeronavali in dotazione proseguiranno nelle prossime settimane e si estenderanno, altresì, alla filiera distributiva e di commercializzazione del pescato, con una duplice valenza, ossia di polizia economico-finanziaria a contrasto della concorrenza sleale, nonché ambientale, a salvaguardia dell’ecosistema marino».

I primi complimenti arrivano da Legambiente Arcipelago Toscano. «la Guardia di Finanza ha dato un bel colpo agli strascicanti che vengono da fuori Elba per spazzare bvia tutte le nostre risorse ittiche sottocosta. Un fenomeno ben noto ma difficile da arginare con le norme attuali che prevedono che si possa strascicare a 50 metri di profondità, qualunque sia la distanza dalla costa. Con le profondità raggiunte a poche distanza dagli scogli all’Elba è facilissimo mettersi “in regola” spostandosi solo di pochi metri appena si vedono arrivare le forze dell’ordine. Per questo è ancora più apprezzabile l’operazione delle Fiamme Gialle. Ma è chiaro che questa vera e propria pulizia ittica delle nostre coste si contrasta davvero, rendendo anche più agevole il lavoro delle forze dell’ordine, con l’istituzione dell’area marina protetta e la zona “D” sperimentale contro la pesca a strascico proposta dal ministero dell’ambiente intorno a tutta l’isola».


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