[28/01/2008] Urbanistica

Una bioarchitettura meno costosa con il cohousing

La “civiltà” ha fatto cose terribili in nome del progresso e molti sentono una qualche responsabilità nel degrado generale che attanaglia il pianeta e vorrebbero cambiare questo stato di cose. Nonostante queste premesse, nella maggior parte dei casi, quando si ristruttura o costruisce ex-novo un edificio i problemi ambientali vengono completamente ignorati. Il modello del cohousing è molto interessante perche dimostra che l’unione fa chiaramente la forza. Ognuno di noi può già fare la differenza con le sue piccole azioni quotidiane, ma quando 15 o 30 famiglie decidono di costruire insieme la casa, possono permettersi di comprare dei materiali molto più ecologici ad un prezzo molto più basso...

Il cohousing è una particolare forma di vicinato dove coppie e singoli, ognuno nel proprio appartamento, decidono di condividere alcuni spazi e servizi comuni come il mangiare, la gestione dei bambini, la cura del verde, ecc. Qualcosa di più rispetto al tradizionale condominio, dove ognuno è trincerato all´interno del suo appartamento, ma qualcosa di meno di una comune, dove a legare tutti i membri è anche la condivisione dell´economia. Le esperienze di cohousing provengono da Paesi Scandinavi dove il fenomeno è ormai ben radicato e diffuso dagli anni 70. Si è poi sviluppato in Stati Uniti e Australia negli anni 90. Oggi, dal 2006, si diffonde molto veloce anche in Italia e nel resto dell’Europa.

Quando uno si costruisce la casa, il costo, naturalmente, è sempre il fattore principale quando si considera quello che si può fare per ridurre al minimo l’impatto ambientale del proprio progetto. Il costo di materiali e tecniche di bioedilizia è in genere più elevato rispetto ai materiali e metodi di costruzione convenzionali o tradizionali. In realtà alcune soluzioni di edilizia e architettura ecologica assicurano un risparmio in fatto di consumi energetici. Per esempio la costruzione di unità abitative più piccole e con pareti in comune; l’installazione di sistemi di riscaldamento o raffrescamento più efficienti; l’utilizzo di un impianto di riscaldamento centralizzato ecc. Mentre altre, come l’orientamento dell’edificio rispetto al sole o ai venti predominanti o il posizionamento delle finestre, in genere non costituiscono un costo aggiuntivo.

A differenza del singolo, che spesso finisce per rassegnarsi e cedere alle insistenze del costruttore in nome dei minori costi, un gruppo di cohousing ha più forza contrattuale per definire obiettivi e costi necessari per applicare soluzioni di bioedilizia più avanzate rispetto alla norma. Negli Stati-Uniti, è diventato norma negli ultimi anni costruire dei cohousing insieme a 300 famiglie per potere ridurre il prezzo della casa ecologica. In Danimarca alcuni gruppi hanno anche realizzato dei villaggi completamente costruiti con la paglia, che è un ottimo isolante e permette quindi di diminuire le bollette d’energia di oltre il 50%...


* Matthieu Lietaert è ricercatore presso l´Istituto Universitario Europeo e consulente presso l’ISPCOhousing.org. Ha curato il libro+DVD “Cohousing e Condomini Solidali” (AAM Terra Nuova, 2007)

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