[28/01/2008] Comunicati

Fra le 100 multinazionali più responsabili ci sono anche Atlantia e Saipem

LIVORNO. A scorrere la lista Global 100 delle grandi imprese più “responsabili” del mondo si hanno non poche sorprese, come quella di incontrare aziende fino a poco tempo fa citate da “No logo” di Naomi Klein, o ancora fortemente contestate da ambientalisti e sindacati, come esempio di “irresponsabilità” imprenditoriale, sfruttamento della manodopera fino allo schiavismo, menefreghismo ambientale spinto.

Il Global 100, most sustainable corporation in the world è pubblicato dal giornale canadese Corporate Knights in collaborazione con Innovest Strategic Values Advisors, una delle più grandi società specializzate in analisi di extra-financial drivers ed in valutazione degli investimenti, è una classifica, o meglio una classificazione, visto che non c’è una graduatoria discendente, che vuole evidenziare le grandi imprese che, rispetto alle corporation del loro stesso settore, hanno sviluppato le migliori attitudini nella gestione dei rischi e delle opportunità con i quali si confrontano in materia di ambiente, responsabilità sociale e governo delle imprese. La lista delle 100 viene resa nota ogni anno al World Economic Forum di Davos e si basa sulle analisi di 1.800 imprese che aderiscono all’indice Msci World.

Atlantia (la ex Autostrade S.pa) e Saipem (energia) sono le uniche due imprese italiane a figurare nell’elenco, i Paesi più rappresentati sono la Gran Bretagna con 24 imprese, gli usa con 16, il Giappone con 13 e per la prima volta nella classifica appare un’industria cinese: la Mtr Corporation Limited. Sono comunque le imprese dell’Unione Europea a dominare l’elenco in maniera praticamente egemonica: 61 imprese su 100.

Gli stessi redattori della classifica ammettono che definire cosa sia la sostenibilità delle imprese è molto difficile e che le opinioni su questo sono molto diversificate: «Non abbiamo la pretesa di sapere come risolvere questa controversia - si legge sul sito di Global 100 – per non parlare dell’essere in grado di produrre un autorevole manuale per il “comportamento sostenibile. Quello che sappiamo è che i fattori sociali, ambientali e di governance sono sempre più rilevanti per i risultati finanziari e che le imprese che dimostrano una migliore gestione di questi problemi stanno rapidamente guadagnando un vantaggio rispetto ai loro concorrenti, una distanza che a nostro avviso si tradurrà in più alte performance a vasto raggio. Le Global 100 corporations sono quindi sostenibili nel senso che esse hanno dimostrato una migliore capacità delle industrie consimili ad identificare e gestire materialmente i fattori ambientali, sociali e di governance che influenzano le opportunità e i rischi del loro business».


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