[29/01/2008] Consumo

Consumi e rifiuti separati in casa. Anche per l´Europa

LIVORNO. La Commissione europea sta per dare il via a una maxi analisi comparativa sul funzionamento del mercato in ciascuno stato membro. Il progetto denominato MarketWatch, è una indagine a tutto tondo che passerà al setaccio il mercato dei ventisette paesi membri sulla base di indicatori specifici per ogni settore: sicurezza dei prodotti in commercio, convergenza o divergenza dei prezzi, rispetto della legge, reclami registrati e grado di soddisfazione dei consumatori.

Sarà inoltre elaborato un monitoraggio più sistematico delle politiche nazionali a favore dei consumatori, facendo ricorso alle analisi comparative tra i diversi stati membri. L’obiettivo, secondo quanto illustrato dalla commissaria europea alla tutela dei consumatori, Meglena Kuneva, che lancerà il progetto il prossimo 31 gennaio, è quello di dare al consumatore europeo maggiori garanzie, sulla base di una sorta di pagella dei mercati.

Fin qui niente da osservare. Ma se si legge la notizia assieme a quanto previsto dallo schema della nuova direttiva quadro sui rifiuti (pubblicata sulla gazzetta europea del 29 novembre scorso) licenziata con favore il 9 gennaio 2008 dall´esecutivo europeo e che è quindi adesso in seconda lettura, in merito alle iniziative sulla prevenzione dei rifiuti, viene da riflettere su quanto le politiche europee siano nei fatti coerenti e solidali tra di loro. E soprattutto efficaci.

Tra le principali novità della direttiva quadro in itinere, oltre alla ridefinizione del concetto di rifiuto e delle nozioni di raccolta e recupero e all´introduzione di una nuova definizione di riciclaggio, vi è infatti un capitolo dedicato alle iniziative di prevenzione.

Per migliorare le modalità di attuazione delle azioni di prevenzione dei rifiuti negli stati membri e per favorire la diffusione delle buone pratiche in questo settore, si dice infatti necessario adottare obiettivi e misure a livello comunitario riguardanti la prevenzione dei rifiuti. Non solo, si dichiara anche la necessità di introdurre l´obbligo, per gli stati membri, di elaborare programmi di prevenzione incentrati sui principali impatti ambientali e basati sulla considerazione dell´intero ciclo di vita di un prodotto.

«Gli obiettivi e le misure dovrebbero essere finalizzati a dissociare la crescita economica dall´aumento dei rifiuti e dagli impatti ambientali e sulla salute connessi alla produzione di rifiuti conseguendo una netta riduzione delle quantità di rifiuti prodotti, della loro nocività e dei loro impatti negativi» si legge all’articolo 7, capitolo II della direttiva.

In linea con quanto già indicato dalla Commissione nella sua proposta relativa a una strategia dell’Unione europea per lo sviluppo sostenibile, ribadito nel VI programma comunitario di azione per l´ambiente, declinato in molti degli strumenti legislativi comunitari che riguardano il tema della riduzione della produzione dei rifiuti e soprattutto della loro pericolosità. Oltre alle più note direttive imballaggi, anche la direttiva Ippc o quelle relative alla fine del ciclo di vita dei prodotti: dai veicoli fuori uso, alle pile e batterie sino ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.

L’elaborazione di questi programmi, che dovranno essere messi a punto dagli stati membri, è quello di stabilizzare la produzione dei rifiuti entro il 2012 alla quota prodotta al 2008. Per questo la Commissione, si impegna (con uno specifico cronoprogramma) anche a dare un supporto alla attività di prevenzione che saranno individuate negli specifici programmi elaborati dagli stati membri. Fra queste una serie di indicatori per consentire il monitoraggio e la valutazione dei risultati raggiunti; la definizione di una politica di progettazione ecologica dei prodotti per ridurre allo stesso tempo la produzione di rifiuti e la loro pericolosità; le migliori pratiche per ottenere obiettivi di riduzione e un piano d´azione per misure volte, in particolare, a modificare gli attuali modelli di consumo.

Purtroppo c’è da rilevare il rischio che ancora una volta le politiche di riduzione della produzione dei rifiuti, richiamate come essenziali dall’Unione europea, rimangano nel capitolo delle mere enunciazioni.

Quale migliore occasione infatti si sarebbe potuta sfruttare, per ottemperare ad esempio all’obiettivo annunciato di modificare gli attuali modelli di consumo, se non quella di inserire azioni mirate nel progetto annunciato dalla commissaria Meglena Kuneva? Come ad esempio l’inserimento di indicatori utili a considerare l´intero ciclo di vita di un prodotto, così da poter premiare quelli che rispettano maggiormente i criteri volti al minor utilizzo di materie prime, di minor produzione di scarti e di minor produzione di rifiuti giunti a fine percorso. O di indicatori che privilegino la progettazione ecologica volta al maggior utilizzo di materiali provenienti dal circuito del riciclaggio, così da dare maggior punteggio a questi prodotti nella pagella finale.

Insomma, dal momento che il progetto MarketWatch, risulta contemporaneo nei fatti alla strategia prevista con l’obiettivo di raggiungere una stabilizzazione della produzione dei rifiuti nel 2012, sembrerebbe quantomeno logico agire di pari passo. Per evitare, come purtroppo già avvenuto nel recente passato, che le politiche europee di prevenzione dei rifiuti rimangano ancora una volta delle belle frasi ad effetto, mentre i rifiuti negli stati membri continuano ad aumentare.


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