[31/01/2008] Parchi

L’allarmante diminuzione delle mangrovie

ROMA. Il rapporto The world´s mangroves 1980-2005, dimostra che in questi 25 anni il mondo ha perso circa 3,6 milioni di ettari di mangrovie: un allarmante 20% in meno. «L’area complessiva a mangrovie si è ridotta da 18,8 milioni di ettari nel 1980 a 15,2 milioni di ettari nel 2005 – si legge nel rapporto - Tuttavia si è registrato un rallentamento quantitativo nella riduzione delle mangrovie: dai circa 187 000 ettari distrutti annualmente negli anni ’80, si è passati ai 102.000 ettari annui tra il 2000 e il 2005, il che rispecchia un’accresciuta consapevolezza del valore degli ecosistemi di mangrovie».

La Fao auspica migliori programmi di protezione e gestione delle mangrovie: «I danni ambientali ed economici causati dall’allarmante perdita di mangrovie in molti paesi dovrebbero essere urgentemente affrontati». Le mangrovie sono foreste sempreverdi resistenti al sale che si trovano lungo le coste, le lagune, i fiumi o il delta di 124 paesi ed aree tropicali e subtropicali, e che proteggono le aree costiere dall’erosione, dai cicloni e dai venti. Sono importanti ecosistemi che forniscono legname, cibo, foraggio e medicamenti. Costituiscono un habitat indispensabile per rettili, tigri e altri grandi carnivori, erbivori, otarie, delfini, sirenidi e uccelli. Una grande varietà di pesci e crostacei dipende da queste foreste costiere e le mangrovie aiutano a proteggere la barriera corallina dal deposito di sedimenti trasportati da fiumi, piogge ed erosione.

Anticipando i contenuti della Giornata Mondiale delle Zone Umide del 2 febbraio, Wulf Killmann, direttore della divisione economia e prodotti forestali della Fao, spiega che «le mangrovie costituiscono importanti zone umide forestali e la maggior parte dei paesi ora hanno vietato la trasformazione dei siti di mangrovie in acquacolture, e inoltre richiedono la valutazione d’impatto ambientale prima di consentire che se ne modifichi la destinazione d’uso. Questo ha portato ad una migliore protezione e gestione delle mangrovie in alcuni paesi. Tuttavia, nel complesso, la perdita di queste foreste costiere rimane allarmante. La perdita di mangrovie è significativamente maggiore rispetto alla perdita di qualunque altro tipo di foresta. Se la deforestazione delle mangrovie dovesse continuare, ciò potrebbe comportare gravi perdite di biodiversità e di mezzi di sostentamento, oltre all’intrusione salina nelle zone costiere e al deposito di sedimenti sulla barriera corallina, nei porti e sulle rotte consigliate. Ne risentirebbe anche il turismo. È necessario che i paesi si impegnino in una gestione più efficace e sostenibile delle mangrovie del mondo e degli altri ecosistemi delle zone umide».

La più colpita è l’Asia che dal 1980 ha visto distrutti più di 1,9 milioni di ettari di mangrovieti, ma anche l’America del centro-nord (meno 690 mila ettari) e l’Africa (meno 510 mila ettari) hanno contribuito significativamente alla diminuzione delle aree a mangrovia.
Indonesia, Messico, Pakistan, Papua Nuova Guinea e Panama sono i Paesi che hanno lasciato devastare più mangrovieti negli anni ’80: un totale di un milione di ettari è andato perduto in questi 5 paesi, una superficie come quella della Giamaica.
Insieme, Indonesia, Australia, Brasile, Nigeria e Messico, ospitano circa la metà delle mangrovie di tutto il pianeta. «Negli anni ’90, il Pakistan e Panama sono riusciti a ridurre la perdita di mangrovie – spiega il rapporto - Al contrario, il Viet Nam, la Malesia ed il Madagascar hanno subito una maggiore distruzione e sono entrati a far parte dei cinque paesi in testa nella perdita di aree (a mangrovie) tra gli anni ’90 e gli anni 2000-2005».

Tra le principali cause di distruzione delle mangrovie, la Fao annovera «l’alta pressione demografica, la trasformazione su larga scala di aree a mangrovie in siti per l’allevamento di gamberi e pesce, l’agricoltura, le infrastrutture ed il turismo, oltre all’inquinamento ed ai disastri naturali». Mette Wilkie, un esperto della divisione Foreste della Fao, ha detto che «Una nota positiva è che nel tempo numerosi paesi hanno avuto un aumento delle aree a mangrovie, compreso il Bangladesh. Parte della più vasta area a mangrovie del mondo, la Sundarbans Reserved Forest del Bangladesh, è ben protetta e nel corso degli ultimi decenni non si sono verificati cambiamenti importanti per tutta l’estensione dell’area, sebbene alcuni danni alle mangrovie siano stati riscontrati dopo il recente ciclone del 2007. In Ecuador, l’abbandono degli stagni e delle strutture per la produzione di gamberi e di sale ha portato alla ricostituzione di vari siti di mangrovie».



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