[01/02/2008] Parchi

Scoperto un nuovo toporagno elefante, è anche un po’ italiano

LIVORNO. Uno degli hotspot africani della biodiversità, le folte foreste di Udzungwa Mountains in Tanzania, ha regalato una nuova eccezionale scoperta: una nuova specie di mammifero, un toporagno “elefante” gigante, si tratta del primo mammifero di questo tipo che viene scoperto da 126 anni a questa parte.

I toporagni elefante, o sengi (non imparentati con i veri e minuscoli toporagni che abbiamo anche in Italia), sono un piccolo gruppo di mammiferi, lontani parenti di elefanti, oritteropi, dugonghi e manati.

La caccia a questo “toporagno” è iniziata nel 2002, quando Galen Rathbun, un ecologista esperto di sengi della California academy of sciences di San Francisco, aveva ricevuto da un biologo la segnalazione di un toporagno elefante appartenente probabilmente ad una specie sconosciuta.

Per Rathbun la segnalazione era dubbia, ma nel 2005 Francesco Rovero, del museo di scienze naturali di Trento, ha inviato elementi di prova più consistenti: il ricercatore italiano aveva piazzato sulle Udzungwa Mountains delle fotocamere automatiche per monitorare gli spostamenti di piccole antilopi “duikers” ed è stata grande la sorpresa quando nelle foto è apparso il nuovo sengi.

Rovero e Rathbun hanno organizzato una spedizione comune nel marzo 2006 ed hanno trovato subito resti della nuova specie lasciati da qualche predatore, nelle due settimane successive hanno avvistato almeno 40 esemplari e raccolto i resti di 4 individui.

Il nuovo mammifero è stato chiamato sengi o toporagno dalla faccia grigia e battezzato con il nome scientifico di Rhynchocyon udzungwensis, è di colore marrone, ha un lungo muso, è grande come un coniglio, pesa circa 700 grammi. Si tratta di un insettivoro che, come gli altri sengi già conosciuti, si nutre di formiche, vermi e altri piccoli invertebrati che scova sotto il fogliame che ricopre il terreno della foresta.

Il sengi dalla faccia grigia è la quinta nuova specie di mammiferi che viene scoperta negli ultimi 10 anni nelle Udzungwa Mountains, un vero e proprio forziere della biodiversità che ha regalato ai ricercatori almeno altri 25 nuovi vertebrati prima sconosciuti.

Uno scrigno da difendere ad ogni costo anche secondo Jon Watkin, a capo dei programmi di conservazione per l’Africa orientale di Conservation International, il gruppo ambientalista americano che ha contribuito a finanziare la spedizione di Rathbun e Rovero.
La Tanzania ha dichiarato le Udzungwa Mountains zona protetta. «E’ abbastanza intatta – spiega rathbun – no è abitata, non vi si caccia pesantemente. Ma la pressione umana in Tanzania è enorme, questo fa in modo che ci siano molte preoccupazioni per l’habitat».

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