[01/02/2008] Trasporti

Mobilità sostenibile, i ciclisti toscani sono un milione ma potrebbero essere il doppio

LIVORNO. In Toscana già oggi ogni giorno si effettuano 1.009.115 spostamenti in bicicletta e questo numero potrebbe senza difficoltà essere raddoppiato con bassi costi e grande soddisfazione di tutti. Sergio Signanini, Legambiente Firenze e Fiab, lo spiega molto bene nel documento “Mobilità ciclistica in Toscana” che ha da poco redatto. Più di un toscano su tre (il 36,4%) e quindi più di 1 milione e 300 mila persone in Toscana, scrive Signanini, usano la bicicletta almeno una volta alla settimana, oltre 500 mila toscani (il 15,1%) usano la bicicletta tutti i giorni (fonte Regione Toscana).

Niente male, dunque, perché come noto l’uso della bicicletta non solo abbatte l’inquinamento dell’aria e alleggerisce il traffico, ma contribuisce anche a migliorare le condizioni di salute dei cittadini, risparmiando sui consumi energetici e sulle spese sanitarie.

La situazione ideale della mobilità, anche in Toscana, - viene successivamente spiegato nel documento - dovrebbe consentire ad ogni persona quando esce di casa di avere sempre (anche di sera e nei giorni festivi, se donna o uomo, giovane o vecchio) 4 possibilità di scelta per muoversi: a piedi per distanze brevi e in compagnia o per andare a prendere un mezzo pubblico vicino; in bicicletta per distanze a brevi e medie fino a 5 km, per andare a fermate di mezzi pubblici più distanti, per andare a fare la spesa giornaliera; col mezzo pubblico per andare verso un luogo centrale o a un punto di interscambio modale distante; in macchina per fare un viaggio, una gita in compagnia, per trasportare spese pesanti e ingombranti.

Il ragionamento non fa una piega, ma tutti sappiamo che la realtà dei fatti per ora è ben altra. E infatti Signanini spiega: «Nonostante l’evidenza di queste cifre, il ruolo della bicicletta per migliorare la situazione della mobilità e la qualità della vita e le condizioni ambientali è notevolmente trascurato nelle politiche locali e nella destinazione delle risorse finanziarie: vi è infatti l’errata percezione di essere morfologicamente una regione inadatta ad un uso di massa della bicicletta per gli spostamenti quotidiani per motivi di lavoro e di studio».

E arrivano le dolenti note sotto forma dei numeri: senza politiche mirate all’incremento di modalità alternative all’automobile la quota di spostamenti in automobile è destinata a crescere al ritmo di circa 1 punto percentuale l’anno, già oggi il 70% degli spostamenti pendolari in Toscana avviene con un mezzo motorizzato privato, o come conducente in auto (48,3%), o come passeggero in sempre in auto (13%) o in moto (9%).

Dunque quali azioni intraprendere? E’ possibile ipotizzare, continua Signanini, grazie alle azioni di sostegno al trasporto pubblico e soprattutto alla mobilità in bicicletta, la riduzione del 10% la quota dell’automobile e del 5% dei motocicli, incrementando sensibilmente le altre modalità più ecologiche ed economiche. La quota di spostamenti pendolari in bicicletta, pur in assenza di politiche mirate a favorirne la crescita, si attesta al 3,1%, ma vi sono zone e città dove sale sopra il 5%.

La constatazione che a Pisa vi siano il 14,1% degli spostamenti pendolari effettuati in bicicletta, pure in mancanza di politiche dirette all’incremento dell’uso della bicicletta, e che anche in diverse città (Viareggio, Lucca, Grosseto, Livorno, Firenze, Pontedera e Empoli) si superi il 5% di tragitti casa-scuola e casa-lavoro in bicicletta indica come l’uso della bicicletta è sviluppato e che non riguarda utenze marginali, ma migliaia di persone ogni giorno.

Non manca nell’analisi anche l’aspetto sociale. Dice giustamente Signanini che «le politiche a favore della bicicletta hanno ragioni di equità sociale: le persone più povere usano maggiormente la bicicletta. La bicicletta, non consumando carburante, non ha costi di esercizio, se non quelli relativi alla manutenzione, che può essere fatta in modo autonomo. Il ciclista non paga carburante e nemmeno deve sostenere costi per il trasporto pubblico. Inoltre il ruolo che può giocare la bicicletta quale mezzo di trasporto e strumento di prevenzione sanitaria, si può comprendere dai dati sull’incidenza del soprappeso e dell’obesità nella popolazione: 1 toscano su 3 è sovrappeso e vi è in aggiunta il 9% di toscani obesi».

Come dicevamo prima, però, a fronte di questi innegabili vantaggi, salvo virtuosi casi e sempre più numerose iniziative ma a macchia di leopardo, le istituzioni ancora non investono quanto dovrebbero su questa azione di governo della mobilità peraltro a basso costo, socialmente e ambientalmente sostenibile, con vantaggi che vanno dalla riduzione del traffico, degli incidenti ecc. ecc.

Che fare allora? Signanini ritiene che le politiche da adottare per sviluppare l’uso della bicicletta devono perciò muoversi su molte direttrici: rendere confortevole e piacevole andare in bicicletta e comunicarlo, specie ai giovani, per rendere l’uso della bicicletta attraente; diminuire i rischi di incidente, ridurre il senso di insicurezza e disagio per gli spostamenti in bicicletta, ridurre le paure dei pericoli dell’uso della bicicletta per sé e per i figli, attraverso estese e diffuse politiche di moderazione della velocità e del traffico; offrire sistemi sicuri di protezione delle biciclette nelle zone di residenza, nei luoghi di lavoro e studio, nelle stazioni e nei luoghi di scambio modale, nelle aree centrali molto frequentate (su questo punto va citato il comune di Pisa che contro i furti delle bici ha dato il via al Registro delle biciclette e ha cominciato due giorni fa con le prime punzonatura, ndr); realizzare percorsi per la bicicletta sicuri, diretti e confortevoli, segnalarli con precisione e curarne la manutenzione e la pulizia costante e attenta; incentivare l’uso della bicicletta negli spostamenti casa – scuola e casa – lavoro, dando delle agevolazioni a studenti e lavoratori che usano, anche solo saltuariamente, la bicicletta; agevolare la possibilità di intermodalità sia creando luoghi e spazi adatti al ricovero delle biciclette e di riparo dei ciclisti, che offrendo la possibilità di trasportare la bicicletta sui mezzi pubblici (treno e trasporto pubblico) a condizioni di favore.

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