[05/02/2008] Comunicati

Usa, più difesa militare o più difesa climatica?

LIVORNO. Qualche tempo fa, il Dipartimento della difesa Usa e la Cia identificarono il cambiamento climatico come la maggiore minaccia per la sicurezza nazionale americana, ma i militari e il governo Bush non hanno tratto la dovuta lezione da quell’allarme: il bilancio Usa stanzia 1 dollaro per la difesa dal global warming per ogni 88 dollari destinati alla difesa militare.

L’Istituto di studi politici ha pubblicato a Washington il rapporto "Forze armate contro sicurezza climatica” dove svela che i finanziamento previsti nel 2008 per la difesa statunitense assommano a 647 miliardi e 500 milioni di dollari, più di quanto è previsto dal resto dei Paesi del mondo, mentre alla lotta contro il cambiamento climatico il governo Usa dedica 7 miliardi e 370 milioni di dollari, di questi 212 milioni andranno in aiuti ai Paesi poveri per sviluppare le energie rinnovabili, meno di quanto gli Usa spendono in un giorno nelle guerra in Iraq .

L’autrice dello studio, Miriam Pemberton, spiega a Tierramerica che «mentre non risparmiamo in spese per fare la guerra, sembra che non abbiamo denaro per evitare il disastro climatico. Gli avvertimenti ogni giorno più allarmanti degli scienziati dicono chiaramente che il cambiamento di queste priorità di spesa non può attendere». Le contraddizioni delle enormi spese militari Usa sono rese ancora più stridenti dall’assegnazione del premio Nobel per la pace ad un ex presidente degli Stati Uniti come al Gore che lo ha ricevuto proprio per le sue battaglie contro il climate change.

Nel maggio 2007 un gruppo di generali ed ammiragli Usa a riposo sollevò non poco clamore con un documento nel quale si metteva in evidenza che il cambiamento climatico avrebbe prodotto gravi pericoli per gli Stati Uniti, causando a livello planetario turbolenze politiche, migrazioni, terrorismo e conflitti nazionali ed internazionali per l’accesso all’acqua potabile ed al cibo. «Il cambiamento climatico agisce come un moltiplicatore di minacce per la stabilità nelle regioni più insicure del mondo» scrivevano i militari nel loro studio. Ma George W. Bush (Nella foto) non ha preso molto sul serio questi consigli, ad iniziare dalla mancata firma del Protocollo di Kyoto.

Eppure una leggera inversione di tendenza c’è: gli odierni 88 dollari per la guerra contro 1 per il clima sono già di più del 97 a 1 del 2007, quando, secondo gli analisti dell’Istituto di studi politici, furono destinati 37 milioni di dollari per contrastare il cambiamento climatico e 350 miliardi alla difesa militare. «Pero è ugualmente e indubitabilmente un miglioramento inadeguato – si legge nello studio – considerando la grandezza relativa di questi problemi. Il terrorismo è un tema serio, però non ci tocca nell’insieme. Gli effetti del cambiamento climatico lo faranno».

Nel 2008, la maggior parte delle spese Usa per l’ambiente, circa 4 miliardi di dollari, sono destinate allo sviluppo tecnologico, mentre al Dipartimento della difesa andranno 77 miliardi di dollari per le attività di ricerca e sviluppo in campo militare. Molti dei 12 miliardi di dollari destinati ad aiutare a risolvere «le fondamentali incertezze associate al cambiamento climatico» andranno alla Nasa, cioè all’ente diretto da Michael Griffin, che poco tempo fa ha dichiarato riguardo al cambiamento climatico: «non sono sicuro che sia giusto dire che sia un problema che dobbiamo combattere».

Rispetto ai 212 milioni di dollari di aiuti ai Paesi meno sviluppati per contrastare il cambiamento climatico, il governo Usa prevede quasi 10 miliardi di dollari in assistenza militare all’estero. Il bilancio statunitense non spiega nel dettaglio come saranno spesi i fondi anti-climate change, gli ultimi dati disponibili sono quelli del 2000, quando il 90% dei finanziamenti per furono spesi per mitigare le emissioni delle centrali elettriche a carbone all’estero e per promuovere negli Usa tecnologie più efficienti.

L’8% fu destinato a programmi per contenere le conseguenze di siccità, inondazioni, perdite di raccolti o di acqua potabile ed altri effetti del cambiamento climatico. C’è anche un’altra buona notizia: nel suo recente discorso sullo stato dell’Unione, Bush ha detto che chiederà al Congresso di approvare uno stanziamento di altri 2 miliardi di dollari, da spendere nei prossimi tre anni, per sostenere un fondo internazionale dedicato al clima ed alle energie pulite. Però non ha spiegato come verranno spesi tutti qui soldi, probabilmente si tratta di una dote da mettere sul tavolo del G8 di luglio in Giappone.


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