[28/03/2006] Rifiuti

Medici per l´ambiente contro il nuovo inceneritore della Rufina

FIRENZE. La sezione fiorentina dell´Associazione dei medici per l’ambiente (Isde Italia) esprime la sua forte preoccupazione sul progetto di potenziamento del termovalorizzatore della Rufina un inceneritore. Per Gianluca Garetti, vicepresidente dell’associazione «l’inceneritore porterebbe ad un grave rischio per l’acquedotto di Pontassieve, situato poco a valle dell’impianto, in caso di esondazione della Sieve, ad uno scempio paesaggistico e ad un forte danno all’attività produttiva agricola ma cosa ben più pericolosa di tutte le precedenti, aggiungerebbe un notevole carico di tossicità ambientale».

«E’ ormai noto che l’incenerimento dei rifiuti solidi urbani è, fra tutte le tecnologie, la meno rispettosa dell’ambiente e della salute – continua Gianluca Garetti – è inevitabile la produzione di ceneri (che rappresentano circa 1/3 in peso dei rifiuti in ingresso e devono essere smaltite in discariche speciali) e l’immissione sistematica e continua nell´atmosfera per ogni inceneritore (di milioni di metri cubi al giorno) di fumi inquinanti contenenti polveri grossolane (pm10) e fini (pm 2,5, ovvero con diametri inferiori a 2,5 micron) costituite da nanoparticelle di sostanze chimiche (metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine e furani) estremamente pericolose, perché persistenti ed accumulabili negli organismi viventi. Il rischio per la popolazione non è solo riferibile ad una maggiore incidenza di tumori, ma anche ad altre problematiche quali: incremento dei ricoveri e della mortalità per cause respiratorie e cardiocircolatorie, alterazioni endocrine, immunitarie e neurologiche. Importante è anche il contributo all’effetto serra».

L’Associazione dei medici per l’ambiente ribadisce che a fronte di problematiche così importanti e complesse devono sempre essere privilegiate le scelte che si ispirano al principio di precauzione, alla tutela e salvaguardia dell’ambiente, consci che la salute è ad esso indissolubilmente legata. «Esistono sistemi innovativi – dicono i medici – privi di effetti collaterali, per lo smaltimento dei rifiuti: innanzitutto, una seria politica delle «R» come razionalizzazione, riduzione della produzione, raccolta differenziata, riciclaggio, riuso, riparazione, recupero e poi, per la parte ultima residuata, i biossidatori ed i compattatori meccanici».

Dichiarazioni sulle quali l´Arpat prende tempo. «Non so su quali basi venga lanciato l´allarme - dice l´ingegner Donato Piattoli dell´Arpat - noi stiamo ancora aspettanto la documentazione della Via, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. Dopodiché ci prenderemo qualche giorno di tempo per studiarla e fare le nostre valutazioni».

(nella foto l´inceneritore dei Cipressi)

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