[05/02/2008] Comunicati

Variante di valico al Mugello: il caso Fienile

FIRENZE. Quello del Mugello è un territorio sottoposto nel corso degli ultimi lustri ad una forte pressione ambientale dovuta alla realizzazione di grandi opere. Senza entrare nel merito ricordiamo: diga di Bilancino, Alta velocità ed ora Variante di Valico. Talvolta le criticità di percorso sono state le stesse, per questo appare quanto mai opportuna la preoccupazione del Prc che ha sollecitato l’amministrazione provinciale sul problema dell’area di deposito di Fienile nel comune di Barberino di Mugello.

«La domanda riporta all’ordine del giorno del Consiglio uno degli aspetti più problematici per i lavori della Variante di valico che continuano ad esigere il mantenimento di un adeguato livello di osservazione e controllo - introduce l’assessore all’ambiente Luigi Nigi - I nostri uffici hanno subito ricevuto la comunicazione che, in data 21 gennaio 2008, Arpat ha effettuato un sopralluogo e ha accertato la fuoriuscita di un rivolo di acqua che poteva contaminare i livelli sottostanti. Ad oggi Arpat non ha fornito risultati di laboratorio ma la ditta che sta lavorando sul sito, appena ricevuta la comunicazione che poteva verificarsi una contaminazione, si è attivata per l’emergenza. La provincia - continua Nigi - ha raccomandato alla ditta il rispetto dei tempi previsti dalla normativa e che venisse espletata la comunicazione che avrebbe eseguito gli interventi in sicurezza e l’eventuale bonifica. La ditta ha inviato, successivamente, un report, in cui sono descritti i primi interventi messi in opera ed ha comunicato chi svolgerà le operazione. Per quanto riguarda la tutela delle acque si fa presente che, ad oggi, non è stata rilasciata alcuna autorizzazione allo scarico della quale, come è noto, è competente la provincia e vi provvede con il servizio uso e tutela della risorsa idrica: occorre tuttavia riferire che è stata presentata domanda e che siamo in fase di istruttoria».

«Per maggiore precisione – conclude l’assessore all’ambiente – la procedura è iniziata da tempo, l’Arpat aveva richiesto varie integrazioni alle quali l’azienda ha risposto ed il tavolo è convocato per il 12 di questo mese».

Lorenzo Verdi (Prc) prende atto dello stato di attenzione dell’amministrazione ma tiene a ribadire: «Cogliamo alcuni elementi di positività nella risposta dell’assessore laddove, finalmente, in questa risposta si comincia a parlare di problematicità e di esigenza di osservazione e di controllo per la Variante di Valico questo perché, negli ultimi anni, il Mugello ha conosciuto danni ambientali dovuti anche alla mancanza di una presa di coscienza dei fatti».

Verdi poi entra nel merito: «l’intervento a Fienile prevede la realizzazione di un terrazzamento di alcune decine di metri da realizzarsi attraverso l’utilizzo di 600 mila metri cubi di materiali provenienti dallo scavo di gallerie e quindi attraverso l’utilizzo di quelli che sono classificati come rifiuti speciali. La dinamica non è nuova, perché è già successa con l’Alta Velocità: per smaltire questi materiali inerti, difficili da collocare ed anche costosi, ci si inventa il ripristino ambientale e si chiama ripristino ambientale quello che è poi, nei fatti, la realizzazione di una discarica. Per stabilizzare i terreni è stata utilizzata della calce viva che, in poco tempo, ha provocato delle lesioni ai residenti della zona».

«Elencando le sostanze che sono finite a Fienile - continua il consigliere di Prc - ci si chiede se poi questo intervento non renderà necessaria una bonifica dell’area. I cantieri sono stati aperti a pochi metri dalle case dei residenti che, più volte, hanno denunciato che l’azione erosiva delle acque meteoriche sui terreni movimentati stava creando non pochi disagi. Quando piove si creano dei veri e propri terreni di fango che, attraversando le strade, vanno a terminare la loro corsa nel sottostante torrente della Gora, nella Sieve e, da questo, nel Lago di Bilancino. Aspettiamo questi risultati dell’Arpat e speriamo di sbagliarci perché l’inquinamento prodotto dalla calce sarebbe di notevole entità. Non bisogna, invece, più aspettare- conclude Verdi- nell’imporre, finalmente, al gestore del cantiere delle misure per la regimazione delle acque, perché queste acque di dilavamento effettivamente sono acque meteoriche che poi diventano acque di superficie e creano dei torrenti che poi vanno a finire nel corso d’acqua sottostante». Storie già sentite. Ed è difficile distinguere l’ammontare del prezzo che i territori locali devono “pagare” di default per la modernizzazione infrastrutturale del Paese, da quello dovuto a negligenze, disattenzioni, incompetenze.


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