[06/02/2008] Rifiuti

Riduzione della produzione di rifiuti, Pistoia ci prova!

LIVORNO. Gestione sostenibile di manifestazioni pubbliche, feste e sagre (per es.: con acquisto o noleggio di stoviglie lavabili o di lavastoviglie a basso consumo); installazione di fontanelle per la distribuzione di acqua di qualità a consumo libero per l’utenza; acquisto o noleggio di distributori di bevande con erogatori a spina; promozione dell’incontro fra domanda e offerta di servizi e riparazione, scambio e vendita di articoli usati e servizi di ricarica; distribuzione di composter domestici; stampa di materiali per adottare comportamenti in linea con la riduzione dei rifiuti compreso il “riciclo domestico” (ad es.: corsi di formazione per restauro mobili, manutenzione di beni immobili e restauro o tecniche per l’aumento della durata degli stessi, uso dei composter); vendita a prezzo politico di cassette rigide lavabili e riciclabili per il trasporto dei prodotti acquistati al dettaglio (Filiera “carrello-auto-dispensa); promozione dell’acquisto da parte degli utenti finali di confezioni di maggiore capacità perché non frazionate (si pensi ai pacchi di pasta, ai detersivi, ecc.); progetti tipo volti alla riduzione dell’utilizzo di carta ed imballaggi; progetti per la riduzione dei rifiuti nei cantieri edili, nonché per la riduzione dei rifiuti speciali assimilati agli urbani.

Una lista di buone pratiche che possono essere tranquillamente utilizzate quando si vuol parlare di sostenibilità e di azioni che dovremmo fare. Ma questa volta forse non è solo teoria. Perché la Provincia di Pistoia ha già elaborato un bando di evidenza pubblica, rivolto essenzialmente al sistema degli enti locali ed ai gestori pubblici (a Pistoia: Cis, Publiambiente, Cosea) per la predisposizione di concrete azioni per la prevenzione e riduzione dei rifiuti.

I progetti finanziati dovranno essere realizzati sul territorio della Provincia entro 12 mesi dalla data di comunicazione dell’ammissione al finanziamento. Le risorse disponibili per questa prima esperienza ammontano a circa 400.000 €. (cifra imputabile al 2007, che potrà essere raddoppiata per il 2008!).

«Mentre l’Ato, sempre in base ad accordi di area metropolitana, si occuperà dell’incremento della Raccolta Differenziata e del completamento del sistema impiantistico - afferma l’assessore all’Ambiente Giovanni Romiti - contribuendo così, a conservare quel circuito virtuoso nella gestione dei rifiuti così come indicato dall’Unione Europea. Certo gli enti locali da soli non possono fare tutto su questo tema: basti pensare che la Germania, con sinergie fra stato, lander e comuni, ha realizzato un aumento del 12% della raccolta differenziata in 10 anni. Occorrono politiche comunitarie e nazionali che incidano sui sistemi produttivi con incentivi e penali (si spensi alla gestione degli imballaggi) e, soprattutto, con strumenti di politica fiscale, ma le nostre iniziative vanno indubitabilmente nella direzione giusta».

In realtà proprio gli enti locali potrebbe far molto per orientare il mercato verso produzioni ambientalmente più sostenibili, visto che le spese degli enti pubblici sono più di un quarto del totale nel nostro Paese e che per legge (quella regionale sui rifiuti, ma ci sono anche norme nazionali in tal senso) gli acquisti delle pubbliche amministrazioni dovrebbero essere destinati almeno per il 40% a prodotti riciclati.

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