[06/02/2008] Urbanistica

Rimigliano, la variante verso il voto ma lo scontro non si placa

SAN VINCENZO (Livorno). Dopo il via libera di Regione Toscana e Sovrintendenza, la variante di piano strutturale per la tenuta di Rimigliano arriva domani nell’aula del consiglio comunale di San Vincenzo, preceduta da un’affollata assemblea pubblica che invece di placare le polemiche sembra averle ulteriormente rinfocolate. Non è bastato l’apprezzamento esplicito dell’assessore regionale all’urbanistica Riccardo Conti che ha definito la proposta del Comune «un piano di svolta nella politica urbanistica del Comune che costituisce il primo passo di riallineamento al piano strutturale d’area della Val di Cornia e che recepisce in pieno le linee che la regione ha dato in questi anni nella programmazione urbanistica toscana. Reddito e non rendita: è questa la sfida che il governo del territorio regionale deve saper cogliere e tradurre in atti concreti come questo». L’amministrazione di comunale di centrosinistra si fa forte anche dei pareri positivi della Sovrintendenza sulla nuova variante e ricorda che la stessa aveva espresso parere negativo «sulla vecchia previsione Parmalat del 1998. Un cambio di rotta dunque piuttosto significativo». Argomentazioni che non convincono affatto l’opposizione del Forum del Centrosinistra, Legambiente e soprattutto il “Comitato contro le mani sulla città” che spara a zero contro la variante di Rimigliano definendola «un grande bluff».

Il Comitato accusa gli amministratori di San Vincenzo di essere passati da una visione (ed una promessa) idilliaca di un parco da conservare per sempre a beneficio di «una popolazione che avrebbe potuto essere felice, perché viveva in un posto bellissimo, fatto di terra e di mare, di boschi e di spiagge, di buona agricoltura e di grandi spazi da percorrere, da vivere» ad un’altra basata sul «”Progresso”, con lo “Sviluppo Sostenibile”. E allora, come ci è stato detto più volte, l’amministratore deve prendere la responsabilità di scegliere e l’ha fatto. Bando ai sogni e alle chiacchiere. Lo sviluppo ha i suoi costi, ma siccome deve essere sostenibile, non si permetterà mai più di fare case per ottenere rendite. Si partirà invece dalla creazione del reddito, ponendo al centro l’attività agricola che, non avendo bisogno di tutti quegli spazi, potrà fare case. Tutte le normali aziende agricole, indicando all’autorità pubblica le proprie esigenze produttive con un Pama (Piano di miglioramento agricolo ambientale), ottengono licenza di costruire gli eventuali annessi necessari al processo produttivo».

E riferendosi all’assemblea sulla variante il comitato scrive: «abbiamo imparato che questo procedimento logico può essere invertito. Si può avere licenza di fare case e alberghi, salvo decidere dopo, con il Pama, quanta parte di queste licenze sacrificare all’agricoltura. Il 4 Febbraio 2008 abbiamo avuto conferma che i buoni principi che la regione Toscana si è data, in questa legislatura, per salvare il suo territorio dalla speculazione, arrivano tardi per salvare San Vincenzo. Infatti l’assessore Conti afferma che non si faranno più porti sugli arenili, ma dopo il nostro. Afferma poi che gli annessi agricoli “non faranno più volume”, cioè non potranno cambiare destinazione d’uso e andranno quindi abbattuti se non più utili all’attività agricola, ma tutto questo, diamine, dopo che a Rimigliano avranno recuperato anche le cucce dei cani. Andiamo quindi in pace. Invece del Parco avremo un albergo, non si sa quanto grande e siccome, nel Piano Strutturale d’Area, si afferma che gli alberghi devono stare nei paesi, avremo anche un paese. 17.000 metri quadrati di edificazione residenziale dai quali, non dimentichiamolo, andranno sottratti gli spazi necessari all’attività agricola che è, qui sta la virtù e il progresso culturale, il punto centrale dello sviluppo».


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