[07/02/2008] Consumo

Coldiretti: «9 prodotti contraffatti su 10 vengono dalla Cina»

ROMA. «Viene dalla Cina l´86% degli oltre 250 milioni di articoli contraffatti sequestrati alle frontiere nell´Unione Europea in un anno». Ci va giù duro fin dall’inizio la Coldiretti nel sottolineare in una nota che «se i prodotti maggiormente contraffatti sono nell´ordine le sigarette, l´abbigliamento, scarpe e i tecnologici di uso comune, a crescere è il fenomeno delle falsificazioni pericolose, cioè quelle riguardanti generi alimentari, prodotti per la cura personale e medicinali che sono aumentate del 400% in Europa, sulla base delle statistiche doganali pubblicate dalla Commissione europea».

Insomma, secondo la Coldiretti la Cina non è solo la regina cattiva dell’economia internazionale, ma anche una moderna strega di Biancaneve che avvelena e falsifica l’agricoltura e i suoi prodotti. «La sicurezza dei prodotti cinesi è un problema che – dicono gli agricoltori - non riguarda solo l´Europa come dimostra la vicenda dei ravioli “al veleno” esportati dalla Cina in Giappone dove si registrano numerosi casi intossicazioni. Si tratta solo dell´ultima denuncia sulla sicurezza dei prodotti Made in China che ha già coinvolto giochi per bambini, dentifrici, alimenti per cani e gatti, anguille, pesce gatto e conserve vegetali. Una escalation che ha messo in allarme le stesse Autorità cinesi che sono intervenute ritirando le licenze per la produzione a centinaia di industrie alimentari per problemi legati alla sicurezza alimentare, dopo aver verificato che nei primi sei mesi del 2007 il 19,1% dei prodotti cinesi destinati al mercato interno non rispettavano gli standard di qualità con il pesce essiccato e la frutta e ortaggi in scatola e che presentavano i maggiori problemi a causa della presenza di additivi e di contaminazioni batteriche, secondo i dati dell´Amministrazione generale per il controllo della Qualità, l´organismo statale cinese addetto al controllo delle norme di sicurezza. L´importazione di prodotti alimentari provenienti dalla Cina in Italia è aumentata del 60% e riguarda principalmente aglio, funghi, mele e conserve vegetali oltre alle specialità tipiche destinate alle comunità cinesi».

Coldiretti rivendica il fatto che, grazie alle sue iniziative, dal primo gennaio 2008 è entrato in vigore l’obbligo dell´etichettatura di provenienza per la passata di pomodoro, una buona parte della quale veniva spacciata per Made in Italy ed invece proveniva dalla rilavorazione di concentrato di pomodoro cinese. «Un rischio reale considerato che nel 2007 - sottolinea la Coldiretti - sono quasi triplicate le importazioni di pomodoro concentrato dalla Cina (+163%) per un quantitativo che di 160 milioni di chili che equivale a circa un quarto dell´intera produzione di pomodoro coltivata in Italia. Se il pomodoro in scatola rappresenta circa un terzo del valore delle importazioni nazionali, dalla Cina arrivano anche aglio, mele e funghi in scatola. Si tratta di prodotti che rischiano di essere spacciati come Made in Italy per la mancanza dell´obbligo di indicare in etichetta la provenienza. Di fronte all´estendersi dell´allarme sui rischi dei prodotti cinesi occorre immediatamente allargare l´obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l´immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire così la sicurezza dei cittadini. Per non rincorrere le emergenze e di fronte ai rischi per la salute e´ necessario intervenire urgentemente con la trasparenza dell´informazione per consentire la rintracciabilita´ delle produzioni e i controlli necessari ad individuare ed eliminare eventuali rischi». Coldiretti chiede di applicare subito le norme della legge 204 del 2004 per rendere obbligatoria l´indicazione in etichetta dell´origine dei prodotti in vendita.


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