[07/02/2008] Energia

Bioenergy World Europe: a Verona si discute di centrali a biomasse e biogas

VERONA. E’ cominciata oggi alla fiera agricola di Verona e si protrarrà fino al 10 febbraio Bioenergy World Europe 2008 un’esposizione ricca di iniziative, incontri, dibattiti per capire le bioenergie. Alla manifestazione partecipano 150 espositori di bioenegie gassose, solide e liquide provenienti da oltre 70 Paesi.

Durante i quattro giorni di Bienergy si terrà un forum internazionale con iniziative che tratteranno: certificati verdi, produzione di elettricità e biogas; olio vegetale puro, biodiesel, bioetanolo; energia da biomasse solide, cogenerazione e gassificazione, biogas; bioenergia e verrà fatta una panoramica sul mercato attuale, sulle normative, expertise e know how delle aziende.

Legambiente, Arsia regione Toscana, Craa, Enea, in collaborazione con Crpa di Reggio Emilia hanno realizzato lo spazio “Bionergie” che ha inaugurato i suoi appuntamenti con la conferenza stampa “Centrali a biomasse: luci ed ombre” nella quale Legambiente ha presentato le sue idee su un argomento sempre più controverso, per analizzare i rischi del proliferare di centrali a biomasse in Italia e le linee guida per l´elargizione delle somme previste a sostegno di queste infrastrutture.

«Dire che il biogas risolve il problema nitrati è una bufala – ha detto Guglielmo Donadello, responsabile agricoltura di qualità di Legambiente - Il processo di produzione di biogas da pollina, come da liquami bovini e residui vegetali, va senz´altro incentivato perché è vera energia rinnovabile e valorizza i sottoprodotti agricoli, ma affermare che questo è utile a risolvere il decennale e colpevole ritardo di istituzioni ed aziende agricole rispetto alla direttiva nitrati è tecnicamente falso. Se non trattato, il prodotto residuo del biogas, il cosiddetto “digestato”, contiene quantità anche maggiori di azoto e non deve superare i 170kg/Ha per le aree vulnerabili e i 340kg/Ha per le altre aree. Se sparso sui campi, non allevia per nulla la situazione di acque superficiali e falde acquifere. Le aziende che non abbiano superfici agricole sufficienti allo spandimento dei liquami avranno bisogno di impianti aggiuntivi che lo trattano denitrificandolo. Tuttavia anche il biogas può contribuire ad alleviare i problemi delle zone inquinate dai nitrati, purchè la parte solida e liquida siano opportunamente trattate in modo da trasformarsi da inquinante delle acque in ammendante che può arricchire di sostanze organiche i terreni per la parte solida o in fertilizzante liquido in altri terreni poveri da azoto. Anche questo tema è stato affrontato nello spazio Bionergie nella Fiera Agricola di Verona in un seminario di Legambiente e del Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia, l’istituto italiano più esperto nel campo dei biogas».

Per il toscano Beppe Croce, responsabile agricoltura non food di Legambiente, «Non è accettabile sostenere la proliferazione casuale nei vari territori italiani di progetti di centrali elettriche a biomasse da 20-40 o anche più megawatt di potenza, senza sapere che tipo di materia vegetale bruceranno, da dove proviene e su che terreni è stata coltivata. Spesso questi progetti sono presentati da grandi impiantisti interessati al business dei certificati verdi, ma senza alcun interesse per l’agricoltura e le condizioni di coltivazione e di estrazione delle materie prime vegetali. In questo modo, si rischia di vanificare i benefici ambientali e climatici che le biomasse possono offrire».

Allo spazio Bionergie sono previste altre iniziative a cominciare dall´8 febbraio con un ciclo di incontri sugli accordi di filiera tra agricoltori e produttori di energia, con l´illustrazione di casi reali di alimentazione di grandi impianti a biomasse attraverso risorse locali e di produzione di elettricità con colture dedicate.


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