[08/02/2008] Parchi

Scoperto il codice a barre delle piante

LIVORNO. Sulla rivista “Proceedings of the National Academies of Science” è stato pubblicato uno studio che potrebbe avere grandi ricadute per la classificazione e conoscenza delle piante: un´équipe internazionale di scienziati di Gran Bretagna, Sudafrica e Costa Rica ha scoperto un gene che conterrebbe una sorta di “codice a barre” che permetterebbe di distinguere la maggior parte delle specie vegetali terrestri.
La ricerca è condotta all’interno del progetto “Understanding and conserving the Earth´s biodiversity hotspots”, finanziato dell´area di attività “Azioni Marie Curie - risorse umane e mobilità” del sesto programma quadro dell’Unione Europea.

Per identificare le diverse specie, la codificazione a barre del Dna utilizza le differenze in un tratto specifico del genoma. «Pur essendo una tecnica già consolidata caso degli animali – spiega il bollettino scientifico Cordis dell’Unione europea - attualmente non esiste un codice a barre generalmente accettato per le piante». La ricerca ha testato otto potenziali codici a barre su oltre 1.600 specie vegetali provenienti dell´area mesoamericana e l´Africa meridionale, molto ricche di biodiversità vegetale. Particolarmente studiate le orchidee della Costa Rica, abbondanti di specie spesso difficili da distinguere a occhio nudo, ed in pericolo per l’erosione continua del loro habitat forestale, e le 600 specie di alberi e arbusti del parco nazionale sudafricano Kruger.

«Le analisi – dicono i ricercatori - hanno rivelato che una sezione del gene «matK» soddisfa tutti i requisiti di un potenziale codice a barre del Dna. La sequenza differisce da specie a specie, ma è quasi identica nelle piante della stessa specie. Il codice a barre è così accurato che gli scienziati sono persino riusciti a utilizzarlo per fare luce su un mistero di lunga data».

La ricerca ha risolto anche il mistero di una specie di orchidea della Costa Rica, che si è rivelata essere due specie distinte, come sospettavano diversi botanici. «In futuro - dice Vincent Savolainen dell´Imperial College London e dei Royal Botanic Gardens di Kew - ci piacerebbe veder tradotta quest´idea della lettura dei codici a barre genetici delle piante in un dispositivo portatile da utilizzare in ogni ambiente, che possa analizzare con rapidità e semplicità il Dna matK di qualsiasi campione vegetale e raffrontarlo a una banca dati ricca di informazioni, consentendone un´identificazione quasi istantanea. Sono tante le circostanze in cui la tradizionale identificazione tassonomica delle specie vegetali non è praticabile, ad esempio, nei porti e aeroporti al momento di controllare l´eventuale trasporto illegale delle specie, o in luoghi come il Costa Rica, dove la semplice ricchezza di un gruppo di piante, quali le orchidee, rende difficile una catalogazione accurata».

Questo è un problema perché per commerciare le orchidee occorre un permesso, visto che sono comprese nell´appendice 2 della convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna minacciate di estinzione (Cites), ma per le specie più a rischio, come l´orchidea pianella della Madonna dell´America centrale, è proibito il commercio (appendice 1 Cites), con il codice a barre si può dimostrare più facilmente la differenza tra i due gruppi. Ma per i ricercatori «Se si vuole che il codice a barre del Dna consegua gli obiettivi descritti, deve essere messo urgentemente a disposizione di tutti i paesi ricchi di biodiversità ma poveri di risorse, con un´efficiente creazione di capacità e avveduti programmi di finanziamento»,gli scienziati temono evidentemente che la nuova scoperta serva per brevettare ancora meglio specie vegetali, come già fanno ad esempio le multinazionali farmaceutiche.


Torna all'archivio