[13/02/2008] Acqua

Il Consiglio regionale boccia la proposta di legge per abbattere i consorzi di bonifica

FIRENZE. Per ora il Consiglio regionale ha deciso solo sui consorzi idraulici di Empoli. Infatti è stato dato il via libera alla proposta di delibera che prevede la soppressione dei consorzi dell’empolese le cui funzioni verranno attribuite al Consorzio di bonifica Colline del Chianti (o con il nuovo nome Consorzio della Toscana centrale) già individuato come soggetto operativo sull’intero comprensorio di bonifica della Val d’Elsa. La delibera è stata illustrata dal presidente della commissione Agricoltura Aldo Manetti (Nella foto), che ha spiegato come l’atto intenda abrogare i consorzi costituiti da: Consorzio idraulico Centro, Consorzio idraulico Ponente, Consorzio idraulico Romito e Mosca, Consorzio idraulico Arnovecchio, Consorzio idraulico Piovola, Consorzio draulico Pratelle e Fibbiana. Al Consorzio Colline del Chianti, saranno trasferiti anche il patrimonio, il personale, ogni rapporto giuridico attivo e passivo e viene assicurato che non ci saranno discontinuità nell’attività degli enti. Ha votato in modo contrario al provvedimento il centro-destra. Secondo Marco Carraresi (Udc) il protocollo d’intesa citato dal presidente della commissione non è stato condiviso ed il percorso di soppressione meritava un maggiore approfondimento. Carraresi ha poi evidenziato il positivo lavoro gestionale di questi piccoli consorzi e infine si è detto certo che i 18mila contribuenti empolesi saranno costretti a pagare molto di più in futuro. Il presidente della commissione Attività produttive Vittorio Bugli (ex sindaco di Empoli), ha precisato che il protocollo firmato salvaguardia il valore del consorzio, il cui patrimonio entra a pieno titolo e con pieni diritti in una realtà più ampia quale è quella del consorzio della Toscana centrale.

Invece con 33 contrari (gruppi di maggioranza) e 10 favorevoli non è passata in Consiglio regionale la proposta di legge sull’abolizione dei consorzi di bonifica. Il testo presentato dai gruppi di centro-destra, voleva intervenire attribuendo alle province le funzioni che la legge regionale sulle attività di bonifica (n.34 del 1994) aveva attribuito ai consorzi. Nel merito: si voleva abolire il contributo consortile, affidando alla Regione il compito di finanziare le province per le spese necessarie a garantire lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione delle produzioni agricole, la difesa del suolo, la regimazione delle acque e la tutela dell’ambiente.

Il Consiglio regionale ha però approvato un ordine del giorno che «impegna la Giunta e il Consiglio a realizzare entro 90 giorni una valutazione sul processo di riorganizzazione della bonifica in Toscana alla luce delle previsioni contenute nella legge finanziaria 2008, e a relazionarne al Consiglio per l’adozione delle decisioni in merito». Respinto infine un altro ordine del giorno, presentato dal centro destra che impegnava la Giunta, d’intesa col Consiglio, a presentare una proposta di legge di complessiva riorganizzazione del settore entro il 30 aprile 2008; «la proposta di legge faceva un passo in avanti dichiara Maurizio Dinelli (Fi)- individuando nella giunta regionale il soggetto titolare della funzione di controllo e vigilanza e specificando le funzioni delle province, che avrebbero dovuto formulare il piano generale di bonifica, provvedendo alla progettazione di opere pubbliche di bonifica e alla loro gestione». Dinelli ha poi sottolineato la necessità di abolire il contributo consortile, diventato una vera e propria imposta che pesa sui cittadini. Virgilio Luvisotti (An) ha invece messo in evidenza il percorso anomalo della pdl, arrivata in Aula senza un confronto né un dibattito preliminare anche esterno con la confederazione edilizia o agricola. Giancarlo Tei (Ulivo), ha spiegato i motivi del suo voto contrario, evidenziando la necessità di procedere ad un riordino dei consorzi e non alla loro eliminazione come si chiede nella legge. Nessuno, in modo specifico, ci pare sia entrato nel merito dell’operato dei consorzi attuato fino ad oggi. Questa dovrebbe essere la base di partenza per un percorso che porti anche ad un riordino normativo.

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