[14/02/2008] Urbanistica

Isola d´Elba, di chi sono i terreni ex minerari di Ortano?

RIO MARINA (Livorno). Legambiente Arcipelago Toscano rilancia oggi una vicenda che «esattamente un anno fa – si legge in un comunicato - nel silenzio e nella disattenzione quasi generale, con un provvedimento (14.2.2007) del G.I.P. del Tribunale di Livorno, emesso su richiesta del Pubblico Ministero Carmen Santoro, venne chiusa, a livello penale. Una vicenda partita da quella che pare una ingiustizia subita da una famiglia elbana che, dopo aver costruito a proprie spese ed aver impegnato per anni il proprio lavoro ed i propri investimenti economici in un’attività commerciale, se la vide “espropriata” da un giorno all’altro da chi la aveva sollecitata a realizzarla».

Il provvedimento sembrerebbe quasi clamoroso e comunque di grande importanza per l’Isola d’Elba e il comune di Rio Marina. «Infatti, la vicenda della famiglia elbana ha svelato un problema ancora più grande che potrebbe comprendere anche altre situazioni dell’ex-compendio minerario – spiega il Cigno verde isolano - Il procedimento penale riguardava i terreni ex minerari dove attualmente sorge il grande villaggio turistico Ortano Mare e, secondo quanto ipotizzato dalla Procura di Livorno, sarebbero molto probabile che il complesso immobiliare sia stato costruito su terreni non legittimamente acquisiti dalla attuale proprietà, che conseguentemente dovrebbe retrocederli al Demanio dello Stato».

Le indagini sono state condotte dalla sezione di P.G. della polizia municipale di Livorno che ha ricostruito le complesse vicende dei terreni di Ortano che facevano parte del compendio immobiliare concesso dal Demanio minerario dello Stato alla Società Ferromin, poi divenuta “Ilva Miniere dell´Elba”. «In base al capitolato – spiega Legambiente - una volta cessata l’attività mineraria l’Ilva avrebbe dovuto riconsegnare allo Stato tutte le aree comprese nel compendio. Ma, in piena crisi mineraria e con la cessazione dell’attività estrattiva, con una serie di passaggi che parrebbero non chiari a livello catastale ed a livello di formalità immobiliari, gli immobili sono prima passati ad una società e poi ad un’altra, ma, a quanto pare, sempre a persone giuridiche ricollegabili per le partecipazioni sociali a soggetti che avevano svolto funzioni dirigenziali nella Montecatini Edison, cioè la società che gestiva, quale sub-concessionaria dell’Ilva, le miniere di Rio Marina. Secondo il Tribunale di Livorno, né l’Ilva (ex Ferromin), né la Montecatini avrebbero avuto alcun titolo per alienare a privati i terreni dato che, in base al capitolato, avrebbero dovuto restituirli al Demanio alla cessazione dell’attività estrattiva».

Per questo, secondo il Pubblico Ministero Santoro, emergerebbero «condotte qualificabili come delitti di falso e truffa» per le quali però non è più possibile procedere per intervenuta prescrizione «in ragione del tempo in cui sono stati posti in essere, ovvero gli anni 1960-1970…». La prescrizione ha reso impossibile procedere penalmente, rimane però aperto l’aspetto amministrativo: «Chi è il proprietario dei terreni dove è stato costruito il villaggio turistico Ortano Mare? – si chiede Legambiente - Se, come pare evidenziato dal provvedimento del Pubblico Ministero, i terreni furono illegittimamente acquisiti, questi, insieme a quello che vi è stato successivamente costruito sopra, dovrebbero tornare in mano pubblica e venire acquisiti dal Demanio dello Stato. E’ strano che una sentenza di tale rilevanza non abbia sollevato il dovuto interesse delle istituzioni locali e degli uffici del ministero competente che dovrebbero prendere finalmente posizione sulla vicenda degli ex terreni minerari di Ortano per chiarirla definitivamente».


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