[18/02/2008] Consumo

Cia: «Supermercati e freddo innescano la speculazione sui prezzi agricoli»

FIRENZE. Una “dichiarazione” scritta di 439 europarlamentari ipotizza un “abuso di potere” da parte dei grandi supermercati europei nella fissazione dei prezzi, a danno sia dei produttori agricoli che degli stessi consumatori. Concorda il presidente della Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, oggi a Firenze per festeggiare il trentesimo anniversario della fondazione della Cia Toscana: «Per contrastare lo strapotere in campo agroalimentare della grande distribuzione nell’Ue occorre adottare il doppio prezzo (origine e dettaglio) e soprattutto dare più forza contrattuale agli agricoltori. Nella dichiarazione si evidenzia che un piccolo numero di catene di supermercati abusano del loro potere d’acquisto per costringere i fornitori ad abbassare i loro prezzi fino ad un livello insostenibile e per imporre condizioni sleali. E ciò avviene soprattutto nel settore agroalimentare. Per questo motivo esprimiamo apprezzamento per l’iniziativa dei parlamentari europei i quali, giustamente, auspicano che la Commissione Ue proponga al più presto misure adeguate a protezione dei consumatori, così come dei produttori agricoli, da ogni abuso di posizione dominante. Non a caso da tempo abbiamo posto il problema del doppio prezzo da applicare sui cartellini di vendita dei prodotti agroalimentari. Con esso intendiamo assicurare sia il produttore che il consumatore attraverso una corretta informazione sul prezzo dal campo alla tavola. Insomma, una reale tracciabilità. In tale modo è possibile evitare rincari ingiustificati e manovre speculative che in troppe occasioni hanno destabilizzato i mercati. Ma anche riequilibrare un sistema che oggi è praticamente nella mani della grande distribuzione. Da non sottovalutare, poi, l’esigenza di rafforzare il potere contrattuale degli agricoltori. Non bisogna, tuttavia, ripetere le esperienze negative del passato, ma battere nuove strade per migliorare e rendere più valida l’organizzazione dell’offerta da parte dei produttori. E questo può avvenire attraverso organiche forme di aggregazione, nuove relazioni fra i vari soggetti della filiera e regole organiche in grado di sostenere tali processi».

La Cia ha affrontato anche la probabilità di una prossima e annunciata speculazione: «Un eventuale incremento dei prezzi al consumo di frutta e verdura fresca nei prossimi giorni, non può essere in alcun modo riconducibile all’ondata di freddo che sta investendo aree agricole del nostro Paese. Infatti, relativamente alla frutta invernale (mele e pere) le produzioni sono già state raccolte e conservate in attesa della loro commercializzazione, mentre per le verdure invernali (broccoli, spinaci e indivie) le temperature di questo periodo sono perfettamente compatibili, quindi sopportabili per tali coltivazioni. Nel caso di ortive “fuori stagione” (pomodori, melanzane, peperoni, zucchine), si tratta di coltivazioni in ambienti protetti (serre e tunnel), per queste è ipotizzabile un lieve incremento dei costi di produzioni legati ad un maggior fabbisogno di calore che incidono direttamente sulla bolletta energetica delle aziende agricole. Inoltre - avverte l’organizzazione agricola - i maggiori costi che gravano sulle imprese agricole nei periodi invernali non vengono caricati sul prodotto, come dimostrano le quotazioni sempre al ribasso dei prezzi applicati all’origine. Diverso è quello che è accaduto in passato e che vorremmo non accadesse ora, con aumenti dei prezzi, in analoghe condizioni climatiche, a dir poco “gonfiati” per frutta e verdura, con “ritocchi lampo” anche del 20/40%».


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