[29/03/2006] Energia

Il comitato anti off shore a Pisa: «Rischi sottovalutati e centrali non riconvertite...»

PISA. Il comitato anti off shore sbarca anche a Pisa. Stamani infatti un gruppo di cittadini pisani ha incontrato la stampa sotto la Torre di Pisa, per illustrare la documentazione in loro possesso che dimostrerebbe i gravissimi rischi di incendi ed esplosioni che potrebbero sprigionarsi dal terminale off shore al largo di Tirrenia, per un raggio di oltre 50 chilometri.

Per questo il luogo della conferenza stampa: secondo qualcuno dei comitati un eventuale incidente (collisione tra nave gasiera e terminal, attentato terroristico…) l’esplosione potrebbe investire l’intera città di Pisa e il suo stesso simbolo, la Torre.

«Diciamo subito che non tutti all’interno del comitato condividono uno scenario così allarmistico – corregge il tiro uno dei referenti del comitato, Roberto Sirtori – esistono anche al nostro interno opinioni diverse anche perché manca un’informazione seria sui rischi reali e una discussione approfondita su queste eventualità».

Roberto Sirtori spiega quindi quelli che sono i veri livelli di contrarietà proposti dal comitato pisano in appoggio a quello che già tempo attivo su Livorno: «Dal punto di vista del rischio riteniamo insufficienti le garanzie della Valutazione di impatto ambientale e pertanto chiediamo un approfondimento dell’indagine. Il secondo livello invece riguarda l’utilità dell’off shore: la stessa quantità di metano potrebbe essere risparmiata o prodotta con fonti rinnovabili, quindi il metano dell’off shore può essere accettabile e discutibile soltanto a patto di una riconversione a metano delle centrali molto inquinanti che esistono a Livorno».

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