[19/02/2008] Urbanistica

Cerreto Guidi, adottato il nuovo Piano strutturale

FIRENZE. Mentre è ancora aperto il dibattito sul nuovo Codice dei Beni culturali e del paesaggio voluto da Ministro Francesco Rutelli e prodotto dal lavoro dalla Commissione Settis (direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa), che riporta allo Stato competenza esclusiva sulla tutela, la caduta del governo Prodi rischia di interferire sull’approvazione definitiva del provvedimento: infatti mancano meno di due mesi alle elezioni, i passaggi ancora da fare sono numerosi e soprattutto, come è noto, il nuovo Codice non ha riscosso consensi unanimi anche all’interno degli stessi schieramenti partitici, il che rallenta il processo di approvazione. Intanto in ambito locale in Toscana i comuni stanno portando avanti la loro pianificazione urbanistica. Proprio ieri sera è stato adottato il Piano strutturale del comune di Cerreto Guidi (Fi).

greenreport ha chiesto al sindaco Carlo Tempesti di illustrarci le linee principali del Piano: «Il lavoro di coordinamento del Piano è stato affidato al professor Vezio De Lucia. Poi il Piano si compone delle parti previste in base alla LR.1/2005 con studi socio economici, naturalistici, geologici, di Valutazione integrata per cercare di attuare lo sviluppo sostenibile di cui tanto si parla ma che in pratica è più complicato attuare in seguito all’articolazione normativa».

Quali sono i punti caratterizzanti del Piano?
«Abbiamo svolto un lavoro di affinamento sulle invarianti strutturali che sono un patrimonio comune del nostro territorio, abbiamo lavorato sui volumi esistenti con previsione di dismissioni e riqualificazioni e tuteleremo il territorio agricolo, come previsto nel Pit (Piano indirizzo territoriale) della Regione. Inoltre con il regolamento urbanistico sarà data indicazione di consumare poco suolo trovando una giusta mediazione per non sacrificare nessuna delle potenzialità del nostro territorio. Ricordo che abbiamo avuto in passato una crisi del settore manufatturiero che non ha portato a forti ripercussioni occupazionali solo perché abbiamo saputo fare riconversione produttiva».

De Lucia ha coordinato anche il Piano Strutturale di Lastra a Signa, uno dei migliori in Toscana, dove si prevedeva recupero, riqualificazione, e valorizzazione dell’esistente ma non si incentivava l’espansione edilizia. Questa “filosofia” si ritrova anche nel Piano di Cerreto?
«Certamente sì, anche se le condizioni di partenza sono diverse. Il nostro comune è costituito dal capoluogo e da altri centri più o meno della stessa grandezza, quindi con una certa dispersione. Abbiamo l’Arno da una parte, con i vincoli di inedificabilità del Pai (Piano assetto idrogeologico) e il Padule di Fucecchio dall’altra con altrettanti vincoli. La collina, tra l’altro fragile geologicamente, è il nostro patrimonio da tutelare. Come vede sono poche le aree dove fare espansione edilizia che preferirei chiamare di utilizzo virtuoso».

Un’ultima domanda: cosa ne pensa del nuovo Codice del paesaggio e della “querelle” tra Ministero e Regione Toscana?
«Su questo preferirei per ora non rispondere anche perché a breve sono previsti incontri tra questi due livelli istituzionali. Posso solo dire, nel merito del nostro impianto, che abbiamo fatto ampia tutela del paesaggio collinare che per noi è una risorsa. Da qui a dire che tutto è intoccabile ce ne corre; è necessario fare un’utilizzazione rispettosa di questi ambienti. Il “come si fa” è elemento determinante nella valutazione complessiva».



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