[21/02/2008] Comunicati

Francesco Ferrante: «Rendiamo vincolanti i tempi sulla Via»

LIVORNO. In un´intervista uscita oggi sul Manifesto il ministro Pecoraro Scanio lancia un duro attacco al governo Prodi, sostenendo che per tutto il periodo (venti mesi) per cui è durata questa legislatura ha «lavorato controcorrente» perché «al governo Prodi l’ambiente non interessava». Gli strali vanno poi al partito democratico, dichiarando che quello del suo leader «non è vero ambientalismo».

Tra le accuse al governo dimissionario, in particolare agli esponenti del Pd, anche quella di aver remato contro alle «norme sul solare» la cui attuazione Pecoraro Scanio rivendica ai soli Verdi.
«Che in campagna elettorale ci sia una polemica per cui i Verdi rivendichino per sé ed esclusivamente per sé la purezza della tutela dell’ambiente in opposizione al Pd e agli ambientalisti che hanno scelto di contribuire alla costituzione di questo nuovo partito è comprensibile» ci ha detto Francesco Ferrante, capogruppo in commissione ambiente al Senato per il partito democratico.
E ha continuato: «Ma anche l’intervista di Pecoraro Scanio conferma la necessità per l’ambientalismo italiano di andare oltre la nicchia del piccolo partito che pur di coltivare il proprio orticello si disinteressa del raggiungimento di obiettivi generali».

Il ministro accusa il Pd di aver remato contro alle norme sul solare.
«La riforma strutturale delle energie rinnovabili è stata approvata in Senato innanzitutto grazie alle proposte degli ambientalisti del Pd, a partire da Edo Ronchi. Sostenere, come fa il ministro, che sia merito esclusivo dei Verdi è sciocco, dire che il Pd abbia remato contro è falso. E’ stucchevole ed esemplificativo, infine, che Pecoraro per parlare di rinnovabili citi sempre e soltanto il solare, “dimenticandosi” l’eolico e le biomasse da filiera corta: forse perché i Verdi in tutta Italia si oppongono anche a questi impianti ecologici? Non merita poi risposta la battuta sugli ambientalisti dell’affare».

Pecoraro Scanio sostiene anche che nel programma del Pd si chiede di ridurre ulteriormente i tempi per la Via a tre mesi, dopo che grazie ai Verdi sono già stati ridotti a 150 giorni, conferma?
«Sui tempi della Via, va bene ciò che sta scritto nel Correttivo, è però senza dubbio vero che poiché i tempi previsti non sono cogenti, succede che i progetti possono stare in commissione anche per anni. Nel senso che siccome non si prevede nessun obbligo di rispettare i termini temporali né per la commissione né per i soggetti che presentano i progetti e che, qualora vi siano delle modifiche, ritirano il progetto per ripresentare quello modificato, i tempi possono essere dilatati sino all’inverosimile. Credo che anziché discutere di 3 mesi o 150 giorni l’obiettivo dovrebbe essere quello di rendere vincolanti i tempi già previsti».

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