[21/02/2008] Energia

Il Pdl ha deciso: sì al nucleare

LIVORNO. «Non si può più pensare di risolvere il problema del fabbisogno energetico affidandosi al nucleare, perché tornare a questo tipo di produzione richiederebbe tempi troppi lunghi e tutto questo tempo noi non l´abbiamo». Suonano quantomeno “strane” queste parole di Altero Matteoli (Nella foto) pronunciate nel gennaio 2006 sentendo quelle che lo stesso ex ministro dell’ambiente ha detto oggi: «Con il referendum siamo usciti dal nucleare: oggi siamo tutti d´accordo sul suo ritorno».

Cambiare idea è lecito, ci mancherebbe altro, quello che farebbe piacere sapere è però sulla base di quali ‘nuovi’ convincimenti sia arrivato a quella conclusione. Anche perché durante il suo intervento al convegno ´´Materiali per il programma ambientale del prossimo governo´´ organizzato dall´Associazione Viva ha detto poi un’altra cosa quanto meno contraddittoria: «Occorrono però almeno 15 anni per l´operatività delle centrali e non possiamo rimanere fermi. Produrre energia da sole e vento non risolve il problema, occorre un mix e affidarsi alle sole rinnovabili come soluzione per il futuro è inaccettabile».

E nel mix energetico proposto da Matteoli rientrano gas e il cosiddetto ´carbone pulito´. Matteoli ha anche ricordato ´´i sei rigassificatori bloccati dall´ultimo governo´´.

Nel Pdl la necessità di riaprire la questione del nucleare sembra riscuotere davvero successo tanto che Carlo Giovanardi, esponente dei Popolari liberali, cioe´ la componente che ha lasciato l´Udc per confluire nel Pdl, ha detto che «Quello del nucleare è un tema da riprendere, non si venga a parlare di aumenti dei salari, di aumento delle pensioni, di occupazione per i giovani se il nostro Paese non risolve prima il problema della produzione di energia, il non essere strozzato dal punto di vista economico dal petrolio e dalla dipendenze dall´estero».

Roberto Tortoli, ex sottosegretario all´Ambiente di Fi dell´ultimo governo Berlusconi ha invece una posizione un po’ diversa: «Io so che il nucleare non e´ la soluzione ma non si può prescindere da questo, soprattutto se vogliamo usare le fonti rinnovabili». Poi fa un’affermazione che potrebbe anche trovarci d’accordo, ma che appare più semplicemente una sparata: «L´Italia è l´unico Paese dove la sostenibilità ambientale non è coniugata a quella economica e serve un piano energetico nazionale con il mix giusto, altrimenti non si affronta il futuro».

Dunque il centrodestra per questa campagna elettorale sembrerebbe voler strizzare l’occhiolino ai pro-nuclearisti, pur non avendo ancora la forza per fare una scelta di campo. Punta su uno strano mix dove il gas e il ‘carbone pulito’ sembrerebbero quasi più importanti delle rinnovabili. E come argomento di critica nei confronti del governo di centrosinistra indicano i sei rigassificatori bloccati. Ora a parte che le cose anche sui rigassificatori non stanno proprio così, siamo curiosi di vedere quanti applausi e consensi riceveranno quando sceglieranno i luoghi dove riaprire le centrali nucleari in Italia o i centri di stoccaggio delle scorie. E nel frattempo ci sarebbe da rispettare un certo protocollo di Kyoto…


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