[22/02/2008] Aria

Lucca nella top five delle città con polveri sottili alle stelle

LUCCA. Il 19 febbraio a Lucca le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria avevano già registrato 36 giorni di sforamento dei dati sulle polveri sottili nei primi 51 giorni del 2008, uno in più di quelli consentiti in totale in un anno dalla legge, esattamente come a Modena, ma meno dei 40 giorni di superamento a Frosinone e Torino, dei 38 di Cesena.

E se la città toscana è nella top five della classifica dello smog, altre 10 città hanno già raggiunto o oltrepassato 30 giorni di superamento del limite medio giornaliero per le polveri sottili di 50 μg/mc, e si avviano a superare presto il tetto massimo. Quindi il PM10 non scende, l’emergenza resta insieme ai problemi immutabili e i provvedimenti adottati nel tentativo di risolverli (quando ci sono) sembrano non dare risultati apprezzabili.

«Frosinone, Torino, Cesena, Modena e Lucca sono le prime città italiane fuorilegge del 2008. Per colpa dello smog. E dell’incapacità delle amministrazioni locali di attuare serie misure anti-inquinamento – dice Legambiente - Purtroppo non aiuta una normativa europea che fissa precisi standard di qualità dell’aria, ma purtroppo non punisce chi non rispetta le soglie previste dalla legge. Attualmente, infatti, non è presente un sistema sanzionatorio utile a spronare gli amministratori ad attuare interventi realmente efficaci per migliorare la qualità dell’aria».

Per Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, «La situazione è preoccupante, e non solo per il numero elevato di superamenti e le possibili conseguenze sulla salute dei cittadini, ma anche per la disperante cronicità con cui si ripropone l’allarme. Il quadro, infatti, è pressoché identico a quello dello scorso anno e di quello ancora precedente. Car sharing, taxi collettivi, intermodalità tra bicicletta e treni metropolitani: sono tanti gli strumenti che si possono attuare nel nostro paese per sviluppare un trasporto pubblico efficiente, differenziato e competitivo con il mezzo privato».

«Per vincere la sfida della mobilità urbana – aggiunge - i sindaci devono mettere in campo misure volte a ricavare i fondi per gli interventi necessari, sulla scia del road pricing di Milano attivo dal gennaio 2008. Il pedaggio per entrare con le quattro ruote nei centri urbani è un provvedimento in cui crediamo, forti delle esperienze positive di riduzione di traffico e inquinamento in grandi città come Londra e Stoccolma. È indispensabile però – conclude Cogliati Dezza - che i proventi siano interamente investiti nel potenziamento del trasporto pubblico: solo così potrà davvero essere uno strumento utile per combattere smog e congestione, liberando i polmoni dei cittadini e le strade della città».


Torna all'archivio