[27/02/2008] Consumo

La Cina mette 141 prodotti nella lista nera

LIVORNO. In Cina il lungo percorso, le lunghe consultazioni, dibattiti, che hanno condotto l’Unione Europea all’adozione della Registration, evaluation, approval of Chemicals, la normativa Reach, nemmeno se li sognano, ma le autorità ambientali di Pechino hanno iscritto senza tante discussioni (e dopo molti danni) 141 prodotti nella lista nera delle sostanze seriamente inquinanti o a minaccia sera contro l’ambiente.

«La lista include prodotti della vita di tutti i giorni, quali il farfari (un anticoagulante orale molto utilizzato, ndr) il mirex (un insetticida), il pesticida Ddt e le batterie al nickel-cadmio alcaline» ha spiegato Pan Yue, il direttore aggiunto dell’amministrazione di Stato per la protezione ambientale.

I prodotti sono stati scelti attraverso una discussione tra esperti ed i sindacati interessati.

L’amministrazione suggerisce di recuperare il pagamento di tasse su 39 di questi prodotti compresi nella lista nera dopo che sono stati esportati o, anche meglio, di vietarne il commercio.

Pan ha detto che l’Amministrazione di Stato per la protezione ambientale iscriverà in futuro altri prodotti nella lista nera altri prodotti e che organizzerà una banca dati di questi prodotti e pubblicherà con regolarità rapporti pubblici sulle sostanze pericolose.

Uno dei più grossi problemi di inquinamento della Cina sono almeno 4 milioni di tonnellate di residui cromati non ancora trattati che ospita sul suo territorio e il fatto che ne produce ogni anno più di 500 mila tonnellate che necessitano di grandi investimenti per il loro trattamento.

«Non ne dobbiamo solamente limitare strettamente la produzione – ha detto Pan - ma anche interdire il pagamento di tasse compensative, al fine di non generare più inquinamento. Queste misure sono urgenti per proteggere la salute della popolazione, controllare l’inquinamento ed adempiere agli impegni della Cina verso la comunità internazionale

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