[27/02/2008] Energia

Rigassificatore Olt, un osservatorio per dare più informazioni ai cittadini

LIVORNO. Caos calmo questa mattina durante il consiglio provinciale aperto dedicato interamente all’impianto di gas offshore di Livorno. Qualche scaramuccia, qualche voce alzata, poche tracce di un dialogo vero con tutti i protagonisti impegnati soprattutto nel mantenere la propria posizione. Comitato, Verdi, Rifondazione, Greenpeace da una parte, maggioranza e assessore regionale dall’altra. Le notizie e gli spunti, tuttavia, non sono mancati. La prima notizia è che l’assessore regionale Anna Rita Bramerini ha annunciato l’attivazione – insieme a Comune e Provincia di Livorno e soggetti interessati - di un osservatorio ambientale per il rigassificatore. Servirà per colmare quel gap informativo che un po’ tutti hanno ammesso, almeno durante i primi tempi in cui si cominciò a parlare del progetto. «Non sarà esaustivo – ha detto Anna Rita Bramerini – ma ritengo che sarà in grado di garantire trasparenza e informazione puntuale».

Prima di annunciare la futura nascita dell’osservatorio l’assessore, rispondendo ad alcune domande e accuse della platea, ha spiegato che «l’impianto di rigassificazione non è superato dalla previsione del gasdotto Galsi, visto che dovrà far fronte ad esigenze di approvvigionamento di livello nazionale e non locale». Sul progetto Galsi ha anche sottolineato che la Regione «è al lavoro con il ministero dello sviluppo economico per riuscire ad ottenere benefici per il territorio toscano». Benefici – vista la grande quantità di gas che tra Olt e Galsi dovrebbe transitare in Toscana -, sia per le imprese, sia per i cittadini, sia per l’ambiente «portando avanti una trattativa per la riconversione da olio combustibile a metano delle due centrali di Livorno e Piombino». Operazione che la Bramerini ha definito «non scontata».

L’assessore ha poi affrontato il tema sollevato di nuovo ieri da Confindustria Livorno, ovvero quello del secondo progetto di rigassificatore presentato da Bp Edison a Rosignano. «La Regione nel Pier – ha detto Bramerini – propone un solo impianto per la Toscana. Senza una preferenza per Olt o per Edison, ma il dibattito che deve essere fatto su uno o due rigassificatori deve basarsi sui dati di fatto reali: ovvero che il progetto Olt è in dirittura d’arrivo, che quello di Rosignano è più indietro e che in Toscana passerà anche il tubo di Galsi. L’ultima parola in ogni caso spetta al consiglio regionale, che è sovrano». Alla domanda di greenreport sul fatto che questa affermazione potrebbe essere interpretata come un passo avanti in favore di Edison, l’assessore ha risposto che «non c’è nessun passo avanti nei confronti di nessuno, semplicemente il dibattito deve essere fatto sulla base di quella che è la situazione reale, tenendo conto che c’è ad esempio anche il ricorso pendente al Tar per l’Olt che dovrebbe pronunciarsi nel prossimo giugno sulla validità delle procedure fin qui seguite, sentenza che potrebbe portare anche a scenari diversi da quelli attuali. Inoltre abbiamo saputo – e questa è un’altra notizia che ha dato l’assessore – che Edison ha presentato un’integrazione dei documenti relativi alla Via richiesta al ministero dell’ambiente».
Sul fatto che la Toscana è l’unica regione nella quale sono stati presentati due progetti di rigassificatori, Bramerini ha detto che questo dipende semplicemente dal fatto che qui «due società private hanno chiesto di farlo».

Altro tema caldo è stato quello della sicurezza. L’assessore ha così colto l’occasione per spiegare di nuovo il ruolo della commissione di esperti internazionali: «dovrà pronunciarsi non appena Olt presenterà il progetto esecutivo, fornendo un supporto autorevole, prima del pronunciamento del parere finale da parte della Regione». In pratica ci sarà da aspettare ancora qualche mese perché Olt è molto probabile che attenda la sentenza del Tar prima di presentare il progetto esecutivo.

Sui tempi di realizzazione del rigassificatore Olt, la stessa azienda ha parlato del 2010 per terminare i lavori e del 2011 per l’entrata in funzione dell’impianto.

Nel corso del consiglio provinciale il primo a prendere la parola è stato Valter Pallano della Olt Off Shore Lng, che ha fatto il punto della situazione ricordando tutte le autorizzazioni avute dal progetto. Poi è stato il turno di Mario Martelli, rappresentante del Comitato contro il terminal gas Off Shore che ha detto: «Sono i primi 10 minuti che ci è concessa la parola dopo 6 anni di dibattito sul terminale. E questo nonostante la legge dica che i cittadini devono essere coinvolti quando ci sono progetti cosi importanti». Martelli ha poi sottolineato il fatto che il sindaco Alessandro Cosimi non fosse presente, aggiungendo inoltre che «Il tipo di rigassificatore che si vuole fare a Livorno è un caso unico al mondo e questo non dà garanzie sufficienti per la sicurezza. Inoltre minaccia l’attività della pesca e crea un problema di sicurezza legato anche alla possibile collisione dell’impianto con altre navi».

Dopo è stata la volta di Paolo Andreussi, professore del dipartimento di ingegneria chimica dell’Università di Pisa: «Il mio compito è quello dell’analisi dei possibili incidenti rilevanti. Analisi complesse, ma scandite da protocolli. E per quello che ho letto nei rapporti non vi ho trovato particolari carenze». Andreussi ha poi aggiunto che «qualora ci fosse un rilascio a mare di enormi quantità di Lng, questo provocherebbe problemi all’equipaggio ma non alla popolazione della costa».

Per Alessandro Gianni di Greenpeace, invece, «E’ sbagliato il presupposto, ovvero l’industria trasferita in mezzo al mare». Poi ha aggiunto con voce sostenuta che «Secondo me non si vuol dire che questo impianto rilascia sostanze pericolose in mare». A quel punto qualcuno si è alzato dal pubblico e se ne è andato.

Il presidente della Provincia Giorgio Kutufà ha tirato le fila della mattinata di dibattito spiegando anche l’assenza del sindaco: «Ha preferito, posizione che anch’io avevo assunto, rimandare ad un prossimo consiglio comunale aperto da convocarsi quando ci saranno novità da parte della commissione sicurezza».

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