[28/02/2008] Comunicati

Le Olimpiadi di Pechino assediate dallo smog e dalla sete

LIVORNO. In vista delle Olimpiadi, da Pechino arrivano tranquillizzanti buone notizie ufficiali: nella capitale cinese i maggiori inquinanti sono diminuiti e la qualità dell’aria migliorata per il nono anno consecutivo. Gli ambientalisti e le organizzazioni ed i movimenti che chiedono il boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino ribattono che i dati forniti dal governo sono truccati e manipolati per farli risultare migliori, che le centraline di rilevamento degli inquinanti vengono spostate in luoghi più “puliti” e che l’aria della capitale cinese resta irrespirabile almeno quanto la situazione dei diritti umani.

Anche per rispondere a queste accuse sempre più insistenti, Du Shaozhong, il direttore aggiunto dell’Ufficio della protezione dell’ambiente di Pechino, ha indetto una conferenza stampa per fornire gli ultimi dati sull’inquinamento della metropoli. «Tra il 1998 e il 2007 – ha detto Du ai giornalisti - la quantità di diossido di zolfo nell’aria della capitale è sceso del 60,8%, mentre il monossido di carbonio è in ribasso del 39,4%. Il diossido di azoto è stato ridotto del 10,8%, ed i particolati sono arretrati del 17,8%. Il numero di giorni rispondenti al nome di “cielo blu” è passato da 100 a 246 giorni durante lo stesso periodo. Salvo che per il particolato, gli altri indici rispondono alle norme nazionali. Il particolato e le polveri dei cantieri edili, che coprono una superficie di circa 100 milioni di metri quadrati a Pechino, sono una delle fonti principali di inquinamento – ha specificato Du – Ultimamente abbiamo agito a tappe forzate, ma dobbiamo ancora indurire le nostre esigenze di fronte ai siti che emettono polveri. Occorre ugualmente che le imprese si autocontrollino e rispettino le regole ambientali, e che il pubblico aiuti a supervisionarle».

Ma i progressi non sembrano convincere molti atleti, come il famosissimo maratoneta etiope Haile Gebrselassie che minacciano di non andare a Pechino a causa dello smog soffocante, e per diminuire l’inquinamento atmosferico ad un livello accettabile la capitale cinese in occasione dei giochi olimpici il municipio ha introdotto altre misure urgenti: divieto di circolazione per 2.300 auto, 1.500 bus e 200 taxi che non soddisfano le norme sulle emissioni, mentre l’Ufficio della protezione dell’ambiente continuerà a controllare le emissioni delle industrie chimiche, metallurgiche e del cemento, e chiederà agli abitanti di contribuire alla riduzione delle emissioni utilizzando l’elettricità invece del carbone (che poi l’energia elettrica cinese sia in gran parte prodotta col carbone sembra un dettaglio non interessante). In preparazione delle Olimpiadi, Pechino ha esteso la rete dei trasporti pubblici , testato le targhe alterne e spostato alcune fabbriche inquinanti. «I nuovi obiettivi prevedono anche la riduzione di altre 50.000 tonnellate di inquinanti» ha detto Du.

Ma le Olimpiadi, nonostante la deviazione di interi fiumi verso Pechino con la realizzazione di 309 chilometri di canali e acquedotti, sono anche a rischio rifornimento idrico: la siccità sta colpendo duramente la provincia dell’Hebei, che fornisce la maggior parte dell’acqua potabile agli abitanti di Pechino, mettendo così a rischio le forniture per mezzo milione di persone. Nell’Hebei le piogge sono state il 60% in meno della media e i livelli delle 4 dighe che dissetano Pechino e di altri bacini idrici sono di 1 o 2 metri inferiori al 2007. Una situazione inestricabile, visto che con le Olimpiadi Pechino avrà bisogno del 30% di acqua in più (300 milioni di metri cubi al giorno), invece ne ha attualmente quasi il 4% in meno, e che in estate la situazione quasi sicuramente peggiorerà.



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