[29/02/2008] Trasporti

Coro di proteste contro stop linea ferroviaria tra Sardegna e Continente

LIVORNO. Che non sarebbe stato un futuro roseo per chi viaggia in treno era stato già annunciato più volte. Gli effetti dei tagli ai fondi per il trasporto ferroviario regionale, non si sono fatti attendere. Prima gli annunci di soppressione di treni su tratte importanti come quella della linea tirrenica, che rendono ancora più difficili i collegamenti della Maremma con Roma e Milano. Adesso è arrivato anche il momento dei tagli sui trasporti delle merci, con lo stop all’imbarco dei treni merci sui traghetti che collegano la Sardegna al continente a partire dal 1 aprile. E le proteste non si sono fatte attendere.

Alla giornata di mobilitazione di ieri che si è svolta a Cagliari indetta dalle segreterie regionali dei sindacati di categoria, che hanno organizzato un sit-in di protesta davanti al Consiglio regionale, si sono aggiunte subite quelle di Confindustria che si oppone con fermezza alla decisione di Trenitalia di ridimensionare le infrastrutture ferroviarie per il trasporto merci e la sospensione dell´unico servizio di trasporto ferroviario su nave, operato dalla motonave Garibaldi. E oggi anche quelle di Legambiente.

Per i sindacati la cancellazione del servizio, prevista dal primo aprile prossimo, avrà conseguenze disastrose sull´economia della Sardegna: «A rischio la produzione e i livelli occupazionali delle imprese, ma sarà negativo - sottolineano le organizzazioni sindacali - anche l´impatto sulla viabilità e sull´ambiente a causa del totale trasferimento del trasporto merci dal ferro alla gomma». «Riteniamo che si tratti di una palese contraddizione con il diritto alla continuità territoriale che riguarda le persone ma anche le merci» ha dichiarato il vicepresidente dell´Associazione degli industriali, Roberto Cornioli.

«E´ una decisione che comporta un´ulteriore e grave penalizzazione della Sardegna centrale - ha continuato - poiché colpisce direttamente sia le imprese che movimentano già merci su rotaia, sia quelle che intendono farlo». Secondo Confindustria i soli prodotti chimici e lapidei di alcune aziende della Sardegna centrale bastano a movimentare almeno 400 mila tonnellate all´anno di merci in uscita. «Per questo è necessario individuare le iniziative per impedire un ennesimo e brutale colpo all´economia della Sardegna centrale».

«Le prime a pagare sono sempre le isole ma nel prossimo mese l’effetto dei tagli ai fondi per il trasporto ferroviario regionale si farà sentire ancora di più. I fondi per i treni sono una priorità che il governo non può assolutamente ignorare» è il commento di Edoardo Zanchini, responsabile energia e trasporti di Legambiente.

«Quella che si fermerà tra un mese è l’ultima linea ferroviaria navigante tra la Sardegna e il resto della penisola – aggiunge Zanchini – e ciò significa che le aziende sarde che vorranno spedire le loro merci fuori dall’isola dovranno farlo necessariamente con i camion, mezzi assolutamente più costosi e inquinanti. Ma il vero dramma è che se non s’interviene subito dal primo aprile sarà la crisi del trasporto ferroviario anche in tutte le altre regioni con il taglio dei treni per i pendolari. Il Governo non può permettersi di portare avanti una scelta così scellerata, i fondi per le ferrovie si possono ancora recuperare da quelli stanziati per le grandi opere della Legge obiettivo, ma ci auguriamo che per farlo non si aspetti di arrivare alla paralisi».


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