[04/03/2008] Acqua

Firenze, quasi un piano per la risorsa idrica in Provincia

FIRENZE. Sono 9 i punti che impegnano la giunta fiorentina sull’emergenza idrica, una sorta di mini-programma per il settore. E’ infatti passata in Consiglio provinciale con 20 voti a favore e 5 astensioni la mozione della Terza commissione che affronta alcune questioni importanti riguardanti la risorsa idrica e da indicazioni per predisporre il Piano provinciale per la sua corretta gestione.

Vediamo nel merito i vari punti:

1) coinvolgere i soggetti sociali ed istituzionali interessati, nella predisposizione del Piano provinciale, redatto in base a quanto stabilito dall’Autorità di Bacino ai sensi degli art. 65 e 145 del Dgls. 152 e dagli obiettivi e misure definite dal Piano di tutela delle acque;

2) prevedere nell’ambito del suddetto Piano la possibilità di riutilizzo delle acque di risulta del Depuratore di San Colombano, individuandone gli usi fattibili e compatibili (sarebbe l’ora ndr);

3) comunicare al Consiglio eventuali iniziative e provvedimenti presi dalla provincia in base alla LR del 16.05.07 ed in particolare dell’art. 5 (limitazione/sospensione di concessioni per usi diversi da quello idropotabile); ad Arezzo provvedimenti in merito sono stati già adottati la scorsa estate.

4) prevedere nell’ambito della revisione del Ptcp, tra gli obiettivi, il perseguimento di uno sviluppo sostenibile, atto a garantire una crescita equilibrata degli insediamenti e una riduzione del consumo delle risorse, con la definizione dei criteri per un utilizzo, concreto e consapevole, delle risorse es-senziali e quindi anche di quelle naturali quali acqua e suolo;

5) intervenire presso l’Ato ed i soggetti gestori del ciclo integrato delle acque affinché quanto pagato dai cittadini per garantire gli investimenti, sia effettivamente utilizzato per il miglioramento degli impianti e delle reti, al fine di evitare perdite e dispersioni;

6) prevedere in tempi certi la progettazione e la realizzazione di invasi (con il concorso di tutti i soggetti sociali ed istituzionali interessati) che consentano di immagazzinare e contenere l’acqua per poi rilasciarla nei periodi di effettiva necessità per usi civili, agricoli e per il sostentamento del deflusso minimo vitale;

7) utilizzare quanto prima i finanziamenti già previsti per la realizzazione di invasi e interventi tecnici idonei a garantire e ripristinare la risorsa idrica per le necessità agricole e civili, attivando il coinvolgimento ed il controllo delle popolazioni, delle comunità locali e delle categorie interessate, che da tempo rivendicano la soluzione del problema;

8) garantire assistenza ai cittadini singoli ed associati, alle aziende agricole ed altre realtà impegnate in difficili contenziosi giuridici con Cavet/Rfi per il riconoscimento/risarcimento dei danni subiti dai cantieri dell’Alta Velocità;

9) sostegno e concorso al rilancio della attività dell’Oal (Osservatorio ambientale locale) che di recente ha denunciato un preoccupante calo di attenzione nei confronti del proprio lavoro, che deve rappresentare invece un importante punto di riferimento per gli Enti Locali a tutela del territorio e delle comunità.

Alcuni punti possono essere discutibili e la realizzazione di infrastrutture va decisa caso per caso dopo un’analisi costi-benefici, ma se questo programma venisse tradotto in termini operativi dalla giunta, non vi è dubbio che si tratterebbe di un passo in avanti per il settore.

Torna all'archivio