[05/03/2008] Comunicati

Legge regionale servizi pubblici, Cispel ribadisce la sua posizione

FIRENZE. Per noi una legge regionale di settore ha senso ed è utile se contiene quelle indicazioni di politica industriale che tutti hanno sempre ritenuto fondamentali per far crescere il settore dei servizi pubblici locali. Inserire nella legge, forzature sul tema dei contratti dei lavoratori e sulla clausola sociale, ritenuta erroneamente necessaria nei processi di aggregazione, è inutile. I lavoratori sono già ampiamente garantiti dai contratti nazionali di lavoro.

Siamo rimasti molto sorpresi nel leggere le dichiarazioni delle organizzazioni sindacali toscane e il dibattito di questi giorni sia in Consiglio Regionale che sugli organi di informazione locale, in riferimento alla proposta di legge regionale sui servizi pubblici locali. Per quanto ci riguarda abbiamo espresso al Tavolo di Concertazione la nostra posizione in merito alla proposta dell’Assessore Agostino Fragai, indicando i punti positivi ma anche gli aspetti non condivisibili per i quali abbiamo proposto una serie di osservazioni e proposte, che mi auguro possano essere accolte per permettere, attraverso la legge, di far crescere il mondo delle utilities toscane. Abbiamo rilevato alcune criticità nella Legge Regionale che non approfondisce come vorrebbero le aziende di servizio pubblico locale, il tema del sostegno agli investimenti, della difesa degli affidamenti fatti in campo idrico, del sostegno alle fusioni e aggregazioni, delle politiche di innovazione tecnologica e di semplificazione amministrativa e burocratica.

Sembra sia prevalsa un’impostazione tutta “politica” con particolare riferimento al tema degli assetti proprietari delle società di gestione dei servizi, in particolare nel settore idrico, e al tema dei contratti di lavoro. In particolare sulla materia dei contratti siamo in presenza di una vera forzatura da parte delle Organizzazioni Sindacali che, proprio mentre sono in fase di rinnovo importanti contratti collettivi nazionali di lavoro come quello dell’igiene ambientale, ritengono impropriamente di utilizzare la concertazione regionale per condizionare tali trattative. La preoccupazione dei sindacati è infondata: vorrei ricordare che anche per noi le discipline contrattuali applicabili ai lavoratori sono quelle di settore.

La legge delega ambientale già oggi tutela ampiamente i lavoratori di questi settori anche di fronte ai futuri processi di liberalizzazione. I contratti di lavoro in questi settori sono fra i più avanzati in Italia, sia nel confronto con contratti analoghi delle imprese private, sia nel confronto con contratti di altri comparti. Vorrei fosse chiaro che l’obiettivo per tutti resta quello di far acquisire competitività alle nostre aziende in un mercato sempre più aperto alla concorrenza e ciò deve vedere protagonisti non solo la proprietà ma il management e i lavoratori. In questo quadro è auspicabile un atteggiamento equidistante della Regione.

Una legge regionale è utile se serve alla crescita industriale di questo settore a scala regionale. Se questo percorso dovesse rivelarsi troppo complesso esiste oggi un quadro normativo nazionale sufficientemente chiaro e alcuni obiettivi di settore, come l’Ato unico dell’acqua, e l’Autorità regionale, che potrebbero essere raggiunti anche con leggi regionali specifiche di settore.


*presidente di Cispel Confservizi Toscana

Torna all'archivio