[07/03/2008] Energia

Blitz a Vienna di Greenpeace contro il nucleare sovietico

LIVORNO. Ancora un blitz di Greenpeace. Stavolta per criticare la decisione della ERSTE Bank di Vienna di finanziare il completamento dei due reattori nucleari di Mochovce, in Slovacchia (c’è di mezzo anche l’Enel). Trenta attivisti hanno "murato" l´entrata della sede principale della banca (Nella foto un momento dell´azione). «La maggior parte dei cittadini austriaci – spiega Greenpeace - è contraria al nucleare, ma ERSTE Bank intende utilizzare i soldi dei propri risparmiatori per completare due vecchi reattori alle porte di Vienna. I reattori 3 e 4 di Mochovce sono di progettazione sovietica anni ´70 (tecnologia VVER 440/213). Non hanno nessun guscio di contenimento che possa prevenire il rilascio di radioattività nell´ambiente nel caso di incidente rilevante».

Benché oggi i reattori nucleari di terza generazione devono avere due gusci di contenimento – spiega sempre l’associazione ambientalista - , Enel a Mochovce non ha alcuna intenzione di costruire uno. Se un aereo entrasse in collisione con la struttura potrebbe innescare una catastrofe nucleare senza precedenti. Nel bel mezzo d´Europa. A 150 chilometri da Vienna. A circa 550 da Venezia.

Greenpeace critica da tempo il progetto, anche perché le autorità slovacche ed Enel non hanno avviato alcuna procedura di Valutazione d´Impatto Ambientale (VIA), come la normativa europea richiede. La scusa è che l´autorizzazione a costruire venne data nel 1986, prima dell´entrata in vigore della Direttiva europea sulla Via. Nel 1986 la Cecoslovacchia era ancora sotto il regime comunista. Quando il Comitato Centrale del Partito Comunista decideva e l´opinione pubblica non aveva importanza. Da allora a oggi – concludono gli attivisti - la situazione è cambiata: i nuovi reattori di Mochovce devono essere sottoposti agli stessi standard dei Paesi occidentali. Per questo Greenpeace ha citato in giudizio il Governo slovacco.

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