[10/03/2008] Comunicati

Cambiamento climatico, le menzogne veritiere

LIVORNO. L’inusuale inverno glaciale del nord America ha rivitalizzato i teorici del complotto planetario del riscaldamento globale che si sono riuniti dal 2 al 4 marzo a New York per la 2008 International Conference on Climate Change. Evento che, secondo gli organizzatori dell’ Heartland institute, «ha superato tutte le aspettative: hanno partecipato più di 500 persone e 100 oratori hanno consegnato i loro interventi o partecipato ad un dibattito».

Particolarmente applaudito il presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus, unico Capo di Stato dichiaratamente scettico che, tra le ovazioni della sala, ha denunciato «il grande inganno del riscaldamento climatico». L’evento è stato coperto dalle maggiori televisioni Cbs, Abc, Cnn, Fox, Pbs e Bbc ed ha avuto grande rilievo su agenzie di stampa come Ap, Reuters, Greenwire e giornali come il New York Times, Washington Post, Wall Street Journal, Investor’s Business Daily, New York Sun.

Secondo l’Heartland institute «Il riscaldamento climatico del pianeta non è una crisi» un parere tanto definitivo quanto sospetto, visto che l’istituto americano è conosciuto come una lobby di destra che, secondo Greenpeace, tra il 1999 e il 2005, è stata finanziata con milioni di dollari dalla multinazionale petrolifera ExxonMobil e dall’industria del tabacco, ma l’invito con il quale si è chiuso il summit a che tutti gli sforzi «tendenti a ridurre le emissioni di diossido di carbonio si abbandonino immediatamente», sembra un po’ forte.

«Il riscaldamento causato dall’uomo è un inganno totale. Non si basa su fatti - ha detto Rush Limbaugh, un conduttore radiofonico che si rivolge in America ad un pubblico conservatore di 13 milioni di persone – Quest’inverno, freddo e neve senza precedenti sono stati comuni in tutto l’emisfero nord». E nevicate in Usa, Canada ed il freddo in Cina e Medio Oriente sono state una vera e propria benedizione per gli scettici del climate change, basta sorvolare sul fatto che l’inverno 2007/2008 si sia rivelato più caldo della media in gran parte dell’Europa e che nella già fredda Edimburgo la temperatura invernale media sia stata di 14 gradi, o che a Mosca la temperatura media sia salita di 3 gradi e la pioggia abbia praticamente sostituito la neve. Gli scienziati chiamati a raccolta dall’Heartland institute, per smentire una messe di dati enorme e continua, prendono invece in esame episodi puntiformi, appartenenti alle normali variazioni di temperatura per un periodo, limitati spesso in una data regione.

Quindi si prendono dati Nasa che dicono che quest’inverno «le temperature globali sono diminuite in maniera drastica» ma si tace sui dati della stessa Nasa che assicura che il 2007 è stato l’anno più caldo mai registrato. La maggioranza degli scienziati non da nessuna credibilità all’ Heartland institute ed ai suoi finanziatori petroliferi, ma è innegabile che il negazionismo statunitense sul global warming rimane forte e che il suoi bersagli principale sono il premio nobel Al Gore e l’Ipcc dell’Onu.

A sostenere la polemica contro le prove scientifiche della responsabilità dell’uomo per il riscaldamento climatico sono soprattutto The Wall Street Journal, negli Usa, e il National Post, in Canada, che annunciano una prossima era glaciale che risolverà ogni problema di gas serra e di crescita economica. Una delle prove che il riscaldamento globale sarebbe causato non dalle attività umane ma da variazioni dell’attività solare si troverebbe in un articolo “scientifico” pubblicato dall’Investor’s Business che assicurava di riportare conclusioni dell’istituto tedesco Max Planck per la ricerca sul sistema solare. Peccato che il Max Plak scriva sul suo sito che «L’attività solare influisce sul clima, però rappresenta una parte minoritaria nell’attuale riscaldamento planetario».

Ma perché tanto accanimento negazionista? Si chiede Stephen Leahy su Tierramerica in un articolo intitolato “Cambiamento climatico: Menzogne veritiere”. «Chi beneficia della negazione del cambiamento climatico? Non è difficile dar conto della risposta. Il vicepresidente per lo sviluppo dei nuovi prodotti della General Motors Corp., Bob Lutz, ha dichiarato alla stampa in Texas che la teoria del riscaldamento del pianeta è “un mucchio di merda”. Prima aveva ridicolizzato gli sforzi per obbligare i produttori di automobili a costruire veicoli piccoli e più efficienti scrivendo sul suo blog che «è come pensare di affrontare il problema dell’obesità in questo Paese obbligando i fabbricanti di cibo a vendere porzioni più piccole e ridotte».

Ross Gelbspan ha invece seguito le tracce dei soldi delle industrie petrolifere ed automobilistiche ed ha scoperto che portano a varie organizzazioni ed istituti della destra Usa, come ha scritto non smentito nelle inchieste “The heat is on" e "Boiling point". Per avvalorare le loro teorie negazioniste queste potenti organizzazioni si rivolgerebbero a scienziati accondiscendenti che in cambio riceverebbero finanziamenti sostanziosi per portare avanti ricerche di altro tipo.


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