[11/03/2008] Comunicati

Greenpeace: «Banca Intesa finanzia il nucleare di tipo sovietico»

ROMA. I programmi elettorali sono pieni di nucleare di ultimissima generazione, ma intanto Banca Intesa Sanpaolo sta finanziando quello della generazione passata: la sovietica. Gli attivisti di Greenpeace hanno distribuito volantini davanti alle agenzie di 21 città italiane per denunciare il fatto che Banca Intesa Sanpaolo sta finanziando con 100 milioni di euro il completamento di due reattori nucleari sovietici anni ’70 a Mochovce (Slovacchia), a circa 550 Km da Venezia, un progetto che vede la partecipazione di Enel. Secondo Greenpeace «La Banca ha già concesso una linea di credito, senza aver ricevuto alcuna garanzia sulla sicurezza dei reattori».

Per Francesco Tedesco, responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace «Si tratta di un progetto estremamente pericoloso. La tecnologia è assolutamente antiquata: reattori sovietici di 40 anni fa senza un guscio di contenimento che possa proteggerli da eventi esterni come la caduta di un aereo o un attentato terroristico». Una tecnologia “primitiva”, molto distante dai reattori di terza generazione costruiti con un doppio guscio di contenimento, ma secondo Greenpeace «Enel dichiara che non intende realizzare alcuna protezione, definendo la caduta di un aereo un evento improbabile».

Si tratta di una situazione particolare, visto che non è prevista nessuna partecipazione pubblica, e che il governo slovacco non vuole nemmeno effettuare la dovuta procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, respingendo ogni richiesta al riguardo di cittadini e associazioni. Questo rappresenta una violazione della normativa Ue e Greenpeace ha già citato in giudizio il governo slovacco per violazione delle procedure europee. Tutto questo non sembra disturbare Enel e Banca Intesa, più preoccupate di affacciarsi all’esclusivo club del mercato nucleare.

Per Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace, «Anche l’economicità del progetto è fortemente discutibile: 1,9 miliardi di euro per 880 MW, pari a cinque volte il costo di una centrale a gas della stessa potenza. Comprare una Duna al prezzo di una Ferrari significa buttare i soldi dalla finestra e mettere a rischio la vita dei passeggeri. Attualmente Enel investe nel nucleare tre volte tanto che nelle rinnovabili. Greenpeace crede che Intesa Sanpaolo possa fare lo stesso passo di Ing Group, che ha già deciso di ritirarsi dal finanziamento di Mochovce. Già nel 2006, in seguito alle pressioni di Greenpeace, Unicredit Group e Deutsche Bank si erano ritirate dal finanziamento di una centrale nucleare di tipo sovietico in Bulgaria».

E Tedesco va giù duro e colpisce la banca là dove più duole: l’immagine. «Banca Intesa Sanpaolo: si presenta, almeno a livello pubblicitario, come un soggetto responsabile che ha a cuore l’ambiente. Tuttavia, aver concesso il credito senza aver ottenuto chiare garanzie sul livello di sicurezza di Mochovce in mancanza di una procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale, rappresenta una grave atto di irresponsabilità nei confronti dei cittadini europei».


Torna all'archivio