[12/03/2008] Comunicati

Rischi biotecnologici, a Cartagena de Indias si prepara la conferenza di Bonn

LIVORNO. Inizia oggi a Cartagena de Indias, in Colombia, e si concluderà il 19 marzo il quinto meeting dello “Ad Hoc Open-Ended Working Group of Legal and Technical Experts on Liability and Redress” (Gltelr), che si riunisce nel quadro del Protocollo di Cartagena sulla prevenzione dei rischi biotecnologici ed è stato istituito dalla prima Conferenza delle parti della Convention on biological diversity (Cbd).

Il Gruppo di lavoro si occupa di: esaminare le informazioni riguardanti la responsabilità e la riparazione dei danni risultanti dai movimenti transfrontalieri degli organismi viventi modificati (Ovm); analizzare le problematiche riguardanti gli scenari di danni potenziali e/o reali, oggetto di preoccupazione; elaborare opzioni riguardanti elementi di regole e procedure relative alla responsabilità ed alla riparazione dei danni delle biotecnologie.

Il meeting focalizzerà la sua attenzione sul testo di sintesi presentato dai copresidenti Réné Lefébre (Olanda) e Jimena Nieto (Colombia), che razionalizza i testi di applicazione pratica prodotti per gli approcci e le opzioni relativi alla responsabilità ed alla riparazione nel quadro dell’articolo 27 del Protocollo di Catagena. Occorre far presto e bene perché questa è l’ultima riunione del Gltelr utile per presentare il suo rapporto finale alla Conferenza delle parti del Cartagena Protocol on Biosafety (Cop 9 Mop 4 - One nature – One world – Our future) che si terrà a Bonn, in Germania, dal 12 al 16 maggio, che adotterà le procedure internazionali su responsabilità e riparazione per la prevenzione dei rischi biotecnologici.

Il Protocollo di Cartagena per la prevenzione dei rischi biotecnologici, entrato in vigore nel 2003 ed al quale aderiscono 143 tra Paesi ed istituzioni, si occupa dei trasferimenti, della manipolazione e dell’utilizzo in buone condizioni degli Ovm che rischiano di avere un effetto nefasto sulla biodiversità, tenendo conto della salute umana, e focalizzando la sua attenzione particolarmente sui movimenti transfrontalieri. Comprende una procedura di accordo preliminare, con cognizione di causa, per l’importazione di Ovm destinati ad una introduzione intenzionale nell’ambiente, integrata dal principio di precauzione e da meccanismi di valutazione dei rischi e della loro gestione. Il protocollo stabilisce un Centro di scambio destinato alla prevenzione dei rischi biotecnologici per facilitare lo scambio di informazioni, e contiene disposizioni per la creazione di capacità e di risorse finanziarie, con una particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo ed a quelli che non dispongono di regolamenti interni.


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