[12/03/2008] Acqua

Consorzi di bonifica, dal pericolo di soppressione al rilancio

LIVORNO. Scongiurato con un emendamento all’articolo 27 contenuto nel cosiddetto decreto milleproroghe il rischio della soppressione dei Consorzi di Bonifica, in apertura della terza conferenza nazionale organizzativa dell’ Associazione nazionale bonifiche irrigazioni e miglioramenti fondiari (Anbi) in corso a Castelnuovo del Garda, il vicepresidente nazionale dell’Anbi, Donato Distefano, ha chiesto che il nuovo Parlamento e il nuovo governo, mettano tra le loro priorità «la necessità di un ammodernamento organizzativo dei Consorzi, finalizzato ad una maggiore efficienza, efficacia ed economicità delle attività assicurate dagli enti consortili nell’interesse del mondo agricolo e della tutela del territorio. I Consorzi di bonifica sono un grande patrimonio di strutture e risorse umane. Ricomprendono circa 18 milioni di ettari di territorio, il 60% della superficie del Paese e per il 20% servita da opere di irrigazione, un migliaio di impianti di sollevamento, centinaia di invasi, impianti idrovori, acquedotti e impianti di produzione di energia elettrica. Occorre pertanto rendere più funzionali tali strutture, riorganizzando dove c’è bisogno, riducendone il numero per aumentarne l’efficienza e ridurne il costo relativo, semplificando i rapporti con la contribuenza e puntando a soluzioni che unifichino le riscossioni. Il futuro dei Consorzi non può che andare dal beneficio al vasto campo del presidio del territorio, con competenze per l’irrigazione, il ciclo integrale dell’uso dell’acqua, la sicurezza idraulica ed anche la difesa del suolo».

In un Paese esteso per poco più di 30 milioni di ettari di superficie, la superficie agricola è di circa il 40%, circa 13 milioni di ettari, e il 60%, 18 milioni di ettari, sono di competenza territoriale dei 157 Consorzi di bonifica e 21 di miglioramento fondiario. Più o meno 3,4 milioni di ettari serviti da opere d’irrigazione appartenenti alla bonifica che distribuisce 21 miliardi sono i metri cubi di acqua per irrigare con circa 750 impianti idrovor e 181.000 chilometri di canali di bonifica, 116 centrali elettriche che producono 111.000 kw, utilizzando 80 dighe e 900 invasi e vasche di compenso.

«In definitiva - ha detto Distefano - la gestione delle risorse idriche ha bisogno di una reale politica di svolta rispetto al passato. Non si può unicamente intervenire in presenza dell’emergenza. Occorre programmare. E’ necessario un Piano efficace che permetta, nelle iniziative volte alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e delle politiche ambientali, un approccio integrato e multidisciplinare. Un Piano che abbia il suo punto fermo nell’Autorità unica nazionale, con il supporto di valide Cabine di regia in ogni bacino. I dati confermano la necessità di una “cabina di regia” sulla gestione delle risorse idriche e di un nuovo patto civico tra agricoltura e società sui temi della qualità ambientale-territoriale, dell’acqua e della bonifica. L’obiettivo da raggiungere è quello di una bonifica moderna, dedicata, in grado di riposizionarsi, di appropriarsi andare oltre il ruolo e le funzioni storiche, proiettata nei nuovi scenari e verso nuove sfide, come sta accadendo con le recenti stagioni siccitose che suggeriscono una specifica proposta relativa alla revisione dei regolamenti irrigui per disciplinare le regole per l’utilizzazione delle acque nelle ipotesi di riduzione della disponibilità idrica».

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