[12/03/2008] Rifiuti

La Commissione Ue razionalizza le norme sull’inquinamento marittimo

BRUXELLES. La Commissione europea ha presentato oggi una proposta che rafforza la legislazione comunitaria in vigore per le sanzioni contro i responsabili dell’inquinamento provocato dalle navi.
«La nuova direttiva rappresenta un´importante integrazione della direttiva sulla protezione dell’ambiente mediante il diritto penale – ha detto Franco Frattini – Commissario Ue per la giustizia, libertà e sicurezza - e speriamo di raggiungere presto un accordo in merito con il Consiglio e con il Parlamento europeo. Entrambi gli strumenti costituiscono un segnale del fatto che la Comunità non tollera che chi danneggia gravemente le nostre risorse naturali rimanga impunito».

Il commissario ai trasporti Jacques Barrot ha spiegato che «Sulla base di una recente sentenza della Corte, razionalizziamo le nostre norme relative alle sanzioni contro l´inquinamento marittimo. La grande maggioranza degli operatori che trasportano merci inquinanti e pericolose si comportano in modo responsabile e corretto. La proposta riguarda quella piccola minoranza di operatori per i quali ciò può non essere vero e che offuscano l’immagine dell’industria dei trasporti marittimi. La proposta prevede l’istituzione di misure dissuasive chiare contro le pratiche irresponsabili. Le nuove norme, che aumentano la sicurezza marittima e consolidano la prevenzione dell’inquinamento, saranno vantaggiose sia per gli operatori che rispettano le regole che per i cittadin».

La nuova proposta di direttiva sostituirà la decisione quadro 2005/667/GAI che puntava a rafforzare la cornice penale per la repressione dell’inquinamento provocato dalle navi, adottata nel 2005 per integrare la direttiva 2005/35/CE che introduceva sanzioni e violazioni. Strumenti adottati per le preoccupazioni causate dagli scarichi illegali di sostanze inquinanti da parte di navi e da gravi episodi di sversamenti accidentali di idrocarburi, causati anche da naufragi sempre più gravi.

La direttiva definisce precisamente le violazioni e prevede che queste siano «soggette a sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive, che possono comprendere sanzioni penali o amministrative» mentre la decisione quadro ha introdotto disposizioni sulla natura, il tipo e i livelli delle sanzioni penali.

la Corte di giustizia delle Comunità europee, presso cui la Commissione aveva fatto ricorso, con una sentenza del 23 ottobre 2007 ha annullato la decisione quadro, deliberando che «le disposizioni relative alla definizione dei reati penali e alla natura delle sanzioni devono essere adottate nel quadro di uno strumento basato sul trattato CE, se necessario, per garantire la piena efficacia delle norme comunitarie in materia di sicurezza marittima». La nuova proposta è conforme alle indicazioni della sentenza e «riprende il contenuto delle disposizioni pertinenti della decisione quadro, inserendole in una direttiva che modifica l’attuale direttiva 2005/35/CE – spiega la Commissione Ue - Con la proposta odierna, la direttiva 2005/35/CE verrà modificata in modo tale da rispecchiare la proposta originaria che la Commissione ha presentato cinque anni fa. La nuova direttiva chiarirà che le violazioni di cui alla direttiva 2005/35/CE devono essere considerate reati penali e sanzionate con provvedimenti penali. La direttiva obbligherà inoltre gli Stati membri a garantire che le imprese possano essere considerate responsabili dei reati penali commessi al fine di procurare loro un vantaggio e che siano soggette a sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive di natura amministrativa o penale. L’annullamento della decisione quadro e il prossimo negoziato sulla proposta di direttiva odierna non pregiudicano l´applicazione delle disposizioni dell´attuale direttiva 2005/35/CE».

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